Articolo già pubblicato sulle pagine di http://www.fidaf.it a firma di Lodovico Fiano
Il Rapporto della Commissione UE 2018-2030 presenta le prospettive a medio termine dell’Agricoltura Europea. Le proiezioni dell’Esecutivo Comunitario derivano da un esame dei fondamentali di mercato, quali soprattutto la produzione, il consumo, il livello delle scorte, gli indirizzi alimentari e sulla base di una Unione Europea a 28 membri. Infatti, non sono considerati gli effetti della Brexit: effetti del resto che, allo stato attuale dei negoziati, sono del tutto imponderabili ed imprevedibili.
Tale esame dovrebbe costituire lo strumento essenziale per la programmazione produttiva in ciascuna area e conseguentemente puntuale riferimento per innestare un idoneo percorso di consolidamento competitivo. In effetti, purtroppo, si tende invece a porre le conclusioni degli analisti sul piano di una visione globale del tutto futuribile, se non distopica se si considera il lungo termine, disattendendo di fatto ogni previsione tecnologica.
La verifica europea si traduce in una proiezione del livello dei prezzi per specifico comparto e, a differenza delle prospettive agricole OCSE-FAO 2018-2027 recentemente pubblicate e limitate ad individuare il livello dei prevedibili prezzi mondiali, puntualizza il raffronto tra i prezzi mondiali e quelli del mercato interno comunitario. Manca, però, una organica valutazione dell’incidenza di una PAC radicalmente ristrutturata soprattutto a partire dagli anni 2000.
Lo stesso richiamo agli accordi commerciali della UE trascura la considerazione che tali accordi sono essenzialmente focalizzati alla riduzione, se non eliminazione, delle barriere tariffarie e non tariffarie senza un’accurata verifica dell’impatto derivante da incompatibilità economico-sociali di alcune aree ed in assenza di un confronto sistemico degli indirizzi di politica economica dei paesi interessati…