Lampedusa, impotenza e contraddizioni della destra di fronte agli sbarchi.

La condizione esplosiva che si registra in queste ore nell’isola porta alla luce la difficoltà del governo ad assumere una posizione credibile in Europa, unica condizione per affrontare l’emergenza.

Lampedusa, impotenza e contraddizioni della destra di fronte agli sbarchi.

 

La condizione esplosiva che si registra in queste ore nell’isola porta alla luce la difficoltà del governo ad assumere una posizione credibile in Europa, unica condizione per affrontare l’emergenza.

 

Enrico Borghi

 

 

Sui migranti è iniziata una sfida a destra, con Salvini che attacca e si pone in una posizione competitiva nei confronti di Meloni. La premier è costretta ad ‘abbozzare’ per non rompere il sistema delle relazioni con von der Leyen e gli altri partner europei. Anziché affrontare in maniera organica la questione, al governo si apre una crepa significativa che è destinata ad allargarsi, perché Salvini utilizzerà costantemente il fenomeno dell’immigrazione per mettere sempre più in difficoltà a destra la Meloni.

 

Invece servirebbero, intanto, misure straordinarie perché la vicenda dell’hot spot denota impreparazione e incultura di governo. E poi serve affrontare alla radice la questione migrazione, che va gestita, anziché presumere di risolverla con palliativi. In aula avevamo detto che l’accordo con la Tunisia, che per Meloni sarebbe stato addirittura un modello, non avrebbe funzionato, e i fatti ci stanno dando ragione. Occorre una politica organica sui mali dell’Africa e non cullarsi su ipotetiche e aleatori misure come il piano Mattei di cui non c’è traccia, per altro basato su una presunzione di leadership italiana nel Mediterraneo ancora del tutto da esplorare in termini di riconoscibilità e capacità.

 

Il governo dovrebbe abbandonare la logica del nazionalismo che è alla base di quanto sta accadendo. La chiusura di Francia e Germania è l’allargamento a livello continentale della logica perseguita da Meloni e Salvini di soluzioni nazionali. E a chi polemizza con Parigi e Berlino, va ricordato che quei paesi hanno accolto molti più migranti di quanti ne abbia accolti l’Italia, per cui non servono le crociate contro i nostri partner europei ma una capacità di tessitura politica e diplomatica su un progetto reale e di impronta europeista e non orbaniana.

 

[Nota ripresa dal Notiziario Askanews di ieri]