Quando il sole si alza ogni mattina sulla striscia di Gaza o sulle oblast ucraine, su Kyiv o altrove, non porta con sé la speranza di un nuovo giorno, ma getta un sinistro fascio di luce sulle macerie lasciate dalla notte.
Solo chi vive in quei luoghi può raccontare la realtà cruda di distruzione e morte: case rase al suolo, cadaveri da seppellire in fretta, bambini uccisi prima ancora di conoscere la vita.
L’umanità ostaggio della tirannide: Gaza e Ucraina, lo stesso disumano copione
Oggi i popoli sono ostaggi di una deriva globale. Una nuova preponderanza della tirannide cancella ogni principio di diritto. Abbiamo visto madri disperate, bambini mutilati, anziani tentare invano di fermare i carri armati, esseri umani morire per fame, ferite, malattie.
Nel resto del pianeta, mentre tramontano i valori di civiltà, politica e diplomazia balbettano, incapaci di capire, agire o anche solo compatire.
La sistematica disumanizzazione non fa distinzioni. Dall’“operazione militare speciale” della Russia all’eccidio del 7 ottobre 2024 compiuto da Hamas, lo scenario è peggiorato.
I grandi della Terra si sono tolti la maschera: contano solo interessi, espansioni, ricatti e giochi di potere. Si invoca un “nuovo ordine mondiale”, ma tutto sembra sfuggire di mano.
La morte avanza, la dietrologia confonde
Dietro ogni misfatto si agita l’ombra della dietrologia. Essa illude e smentisce. Intanto il numero delle vittime cresce.
Tra massacri mascherati da errori, bombardamenti inermi, bambini deportati o denutriti, si consuma un progetto oscuro: l’annientamento dei popoli. E su tutto si staglia l’immagine muta delle scodelle tese per una brodaglia immonda, icona della povertà ridotta a carne da macello.
Il mondo resta paralizzato: vertici, summit, veti incrociati servono solo a prolungare il disastro, scongiurando soluzioni estreme ma permettendo una lenta agonia.
L’umanità scivola verso l’abisso, aggravato anche dalla crisi ambientale, come ha ricordato l’ONU. Ma la narrazione storica e ideologica perde di vista l’unico imperativo: fermare la guerra, subito.
L’imperativo della pace
Papa Francesco e Papa Leone XIV hanno ribadito che la guerra è un male assoluto. Ma odio, rancore, mire espansionistiche e fondamentalismi rendono ogni tentativo di accordo un’illusione.
La dietrologia continua a dissimulare, mentre i popoli perdono tutto, fino alla vita.
La fila dei disperati, i bambini mutilati, i corpi sepolti in cimiteri improvvisati: tutto racconta un’umanità in cammino senza meta, che grida al mondo il suo dolore e chiede di essere ascoltata.
Ma le parole, distorte e svuotate, alimentano solo polarizzazioni e nuovi odi. E la tragedia continua, senza che nessuno riesca a fermarla.