Il direttore di AsiaNews, Gianni Criveller, ha commentato l’intervista rilasciata da Papa Leone XIV alla giornalista Elise Allen, nella quale il nuovo Pontefice ha parlato anche del delicato rapporto con la Cina. Non una svolta, ma una conferma della strada già tracciata, accompagnata dalla volontà di ascoltare le comunità che vivono nella sofferenza e nella marginalità.
Le comunità “clandestine”
Leone XIV ha sottolineato di voler dare voce a quei fedeli che, negli anni, si sono sentiti dimenticati. Si tratta delle comunità cattoliche considerate “clandestine” o poco rappresentate, che hanno pagato un prezzo alto per restare fedeli alla Chiesa. Secondo Criveller, le sue parole segnano una nuova sensibilità: nessuno deve sentirsi escluso dal cuore del Papa.
Accordo e limiti
Resta in vigore fino al 2028 l’accordo tra Santa Sede e Pechino sulle nomine episcopali, frutto di un dialogo difficile ma ritenuto indispensabile. Tuttavia, osserva il direttore di AsiaNews, le autorità cinesi continuano a esercitare un forte controllo sulla vita religiosa, imponendo la “sinicizzazione” del cattolicesimo e limitando la libertà di azione delle comunità, anche di quelle ufficialmente riconosciute.
Realismo, non Ostpolitik
Quando l’intervistatrice ha evocato il termine “Ostpolitik”, il Papa ha preferito parlare di realismo. Non una ripetizione meccanica delle scelte dei predecessori, ma la ricerca di un equilibrio che tenga insieme il dialogo con il governo e la vicinanza a chi soffre. Una strada complessa, che non garantisce soluzioni immediate, ma che mostra la volontà di Leone XIV di essere pastore di tutti, soprattutto di chi vive nella difficoltà.
Dunque, Criveller legge in queste parole un segnale di speranza: la certezza che la Chiesa non abbandonerà nessuna delle sue comunità, nemmeno quelle più fragili e provate.