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domenica, Febbraio 23, 2025
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L’Europa e il mondo alle prese con un’America in libera uscita

Fino ad oggi, l’alternanza tra Democratici e Repubblicani alla Casa Bianca non metteva in discussione il substrato di continuità della politica estera. Con Trump cambiano le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico.

Trump, dove ci porta? Anzi, dove ci ha portato con le sue mosse e i suoi proclami da monarca assoluto? Sembra materializzarsi un’America disinvolta, quasi in libera uscita. Per questo bisogna riflettere sulle conseguenze che già si possono cogliere nello scenario internazionale.

La rottura della fiducia transatlantica

Con la presidenza Trump si è rotto un meccanismo fondamentale: la fiducia nell’affidabilità strategica degli Stati Uniti. Fino ad oggi, l’alternanza tra Democratici e Repubblicani alla Casa Bianca non metteva in discussione il substrato di continuità della politica estera americana, specialmente nelle relazioni transatlantiche. Oggi questo principio sembra andato in frantumi. Non è solo una questione di simpatia o antipatia verso Trump, ma di credibilità degli impegni che gli Stati Uniti hanno assunto o assumono nei confronti del mondo dell’Europa.

Il rischio di un’America imprevedibile

Certamente l’America non è un sistema dittatoriale e le elezioni di mid-term previste per il 4 novembre 2026 potrebbero già rimescolare le carte, con un cambio di equilibri in Congresso. La bolla del trumpismo potebbe sgonfiarsi prima di quanto si spera o si tema. Ma il vero problema è un altro, ben più complicato: e cioè, anche volendo ipotizzare la riconquista della Casa Bianca nel 2028 da parte dei Democratici, non si tornerà automaticamente al clima di un tempo. L’alea di incertezzaintrodotta da Trump nei rapporti tra le due sponde dell’Atlantico resterà un elemento strutturale con cui fare i conti.

L’Europa può fidarsi ancora?

Ora, se il binomio europeismo-atlantismo è stato a lungo un punto di riferimento per la politica italiana ed europea, oggi s’avvia a trasformarsi in un fardello per l’una o l’altra parte. La questione dei dazi De Gasperi, che immaginò l’integrazione europea in piena sintonia con la scelta atlantista, come valuterebbe questa situazione? Gli europei possono continuare a investire nell’alleanza con un partner che in nome dell’America first smantella la storia degli  ultimi 80 anni? 

Non è accettabile che Washington si costituisca come centrale di propaganda per interferire nelle elezioni di un Paese europeo, come nel caso dei reiterati endorsement di Musk a favore dell’estrema destra tedesca. 

È questa la ragione per la quale l’Europa è obbligata a ridefinire con un guizzo di orgoglio e determinazione la propria fisionomia di entità sovranazionale indipendente. Forse siamo davvero di fronte a un cambio di paradigma che si padroneggia solo con il ricorso a un di più di responsabilità ed equilibrio.