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venerdì, 19 Dicembre, 2025
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L’Europa tiene: 90 miliardi per Kiev e ancora congelati gli asset russi

In piena notte è stato siglato l’accordo all’unanimità per finanziare l’Ucraina. Accantonata l’ipotesi dell’uso dei beni russi congelati, il Consiglio europeo sceglie la strada del semplice e tradizionale prestito (90 miliardi).

In piena notte, dopo un negoziato complesso e tutt’altro che scontato, il Consiglio europeo ha raggiunto l’unanimità su un nuovo e decisivo sostegno all’Ucraina: un prestito da 90 miliardi di euro, a tasso zero, garantito dal bilancio dell’Unione europea. Un risultato politicamente rilevante, perché scongiura il rischio di un nulla di fatto e conferma che, anche sotto pressione, l’Europa è ancora capace di decidere insieme.

Accantonata – almeno per ora – l’ipotesi più radicale dell’utilizzo diretto dei beni russi congelati, il Consiglio ha scelto la strada più tradizionale ma immediatamente praticabile: debito comune europeo, uno strumento già sperimentato e ormai entrato nel lessico della governance Ue.

Il nodo degli asset russi e il ruolo della Germania

La discussione sugli asset russi immobilizzati resta però centrale. Proprio la Germania, che pure era stata tra le principali sostenitrici della loro confisca diretta, ha svolto un ruolo decisivo nel favorire il compromesso. Berlino ha accettato di rinviare l’uso dei beni congelati, senza rinunciarvi sul piano politico e giuridico, per evitare blocchi e ritardi nell’aiuto a Kiev.

Il messaggio è chiaro: pragmatismo oggi, fermezza domani. Prima viene il sostegno immediato all’Ucraina; la questione dei risarcimenti russi resta aperta, ma incardinata nel rispetto del diritto internazionale.

Merz: Una soluzione pragmatica, senza ulteriori ritardi”

A rivendicare il risultato è stato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha parlato apertamente di una scelta di responsabilità. «Sono lieto – ha dichiarato – che dopo intensi negoziati siamo riusciti a prendere questa decisione all’unanimità. In questo modo possiamo ricorrere a strumenti europei collaudati e sostenere l’Ucraina immediatamente, senza ulteriori ritardi».

Merz ha chiarito anche il meccanismo politico e finanziario dell’accordo: il prestito dovrà essere rimborsato solo dopo che la Russia avrà pagato i risarcimenti dovuti. In caso contrario, ha avvertito, l’Unione si riserva di ricorrere ai beni russi congelati, nel pieno rispetto del diritto internazionale.

Un segnale politico che rafforza lUnione

Il compromesso raggiunto a tarda notte non è soltanto una soluzione tecnica. È un segnale politico: l’Unione europea, pur tra divergenze e sensibilità diverse, riesce ancora a produrre decisioni comuni su dossier strategici. La scelta del prestito europeo rafforza la credibilità dell’Ue come attore politico e finanziario e rilancia, una volta di più, il tema del debito comune come strumento di sovranità condivisa.

In un contesto globale instabile, l’Europa tiene.