Strasburgo, 11 set. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha adottato, oggi a Strasburgo, per la prima volta una risoluzione sulla situazione nella Striscia di Gaza (dal titolo ‘Gaza al punto di rottura: azione dell’Ue per contrastare la carestia, necessità urgente di liberare gli ostaggi e di procedere verso una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati’).
La risoluzione, approvata con 305 voti favorevoli, 151 contrari e 122 astensioni, è stata in parte modificata e ‘annacquata’ (nei confronti delle accuse a Israele), rispetto alla proposta originaria presentata dai Socialisti e Democratici, Verdi e Liberali di Renew, da diversi emendamenti, presentati soprattutto dal Ppe. Ma resta comunque una presa di posizione più chiara e incisiva, rispetto a quanto si è visto finora da parte della Commissione e soprattutto del Consiglio Ue e degli Stati membri su questo tema. In particolare, l’Europarlamento invita gli Stati membri a riconoscere la Palestina.
Il Parlamento europeo ‘esprime preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria’ nella Striscia di Gaza e sollecita ‘un’azione urgente’ da parte dell’Ue, ‘condanna con forza il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte del governo israeliano, che ha provocato una carestia nel Nord di Gaza’, chiede ‘un cessate il fuoco immediato e permanente’ e l’apertura di ‘tutti i valichi di frontiera pertinenti’ per consentire l’ingresso degli aiuti.
La risoluzione sollecita il ripristino con urgenza del mandato e dei finanziamenti dell’Unrwa, l’agenzia Onu creata per assistere i profughi palestinesi, ma sottoponendola a controlli rigorosi per rendere conto del proprio operato. Il Parlamento europeo si dice poi ‘fermamente contrario’ all’attuale sistema di distribuzione degli aiuti a Gaza.
Gli eurodeputati si dicono ‘particolarmente allarmati’ dai rapporti relativi alle gravi carenze alimentari e alla malnutrizione dovute alla restrizione degli aiuti, chiedono accesso pieno, sicuro e senza ostacoli da parte della popolazione di Gaza a cibo, acqua, forniture mediche e riparo, nonché il ripristino immediato delle infrastrutture vitali, e sollecitano tutte le parti a rispettare i propri obblighi umanitari ai sensi del diritto internazionale.
La risoluzione chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza, e invita l’Ue e gli Stati membri ad avvalersi della loro influenza diplomatica per esercitare pressioni su Hamas affinché accetti questa soluzione. Vengono anche condannati nei termini più duri i ‘crimini barbari’ di Hamas contro Israele, e richieste sanzioni concrete contro il gruppo terroristico, riaffermando l’impegno per la sicurezza di Israele e il suo ‘inalienabile diritto all’autodifesa’, nel rispetto del diritto internazionale, e riconoscendo che Israele resta un partner strategico dell’Ue nella lotta al terrorismo nella regione.
La risoluzione sottolinea, tuttavia, che questo diritto ‘non può giustificare un’azione militare indiscriminata a Gaza e nella regione’, ed esprime preoccupazione per le continue operazioni militari nella Striscia di Gaza, che si sono tradotte in sofferenze insopportabili per la popolazione civile, denunciando allo stesso tempo l’uso di civili come scudi umani da parte di Hamas.
Il Parlamento europeo sostiene la decisione, annunciata ieri dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, di sospendere il sostegno bilaterale dell’Ue a Israele e di sospendere parzialmente l’Accordo Ue-Israele in materia commerciale. Chiede, inoltre, indagini complete su ‘tutti i crimini di guerra e sulle violazioni del diritto internazionale, e chiamare ‘tutti i responsabili’ a rispondere delle proprie azioni. Quest’ultima frase è il risultato di un emendamento del Ppe (il numero 10) che ha modificato il testo originario, in cui venivano chiamate specificamente ‘le autorità politiche e militari israeliane’ a rispondere delle loro azioni. Nel paragrafo 22, la risoluzione ‘sostiene appieno le sanzioni dell’Ue contro coloni e attivisti israeliani violenti in Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est’, e invita l’Ue ‘a seguire le decisioni di diversi Stati membri e del Regno Unito di comminate sanzioni’ contro i ministri israeliani Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.
Il Parlamento europeo invita poi le istituzioni e i paesi dell’Ue a compiere passi diplomatici per garantire l’impegno verso la soluzione dei due Stati, con progressi politici concreti verso la sua realizzazione, in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre. Gli eurodeputati sottolineano inoltre la necessità di una completa smilitarizzazione a Gaza e dell’esclusione di Hamas dal governo, chiedendo il ritorno di un’Autorità nazionale palestinese riformata come unico organo di governo.
Secondo il Parlamento europeo, la creazione di uno Stato di Palestina è ‘uno strumento fondamentale per promuovere la pace e rafforzare la sicurezza dello Stato di Israele’, e che costituisce il percorso più efficace verso la normalizzazione regionale. Gli eurodeputati invitano quindi gli Stati membri ‘a valutare la possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina nell’intento di realizzare la soluzione dei due Stati’.
Tra le modifiche rilevanti del testo originario della proposta di risoluzione c’è stata la soppressione, a seguito del voto dell’Aula, della parola ‘genocidio’ dal paragrafo 22. Dal testo originario (il Parlamento europeo ‘sostiene un ampliamento delle sanzioni e chiede misure restrittive mirate dell’Ue, tra cui il congelamento dei beni e il divieto di visto tramite il regime globale di sanzioni dell’Ue in materia di diritti umani, da applicarsi alle persone ed entità estremiste direttamente coinvolte nell’occupazione illegale dei territori palestinesi, nonché in gravi violazioni del diritto internazionale, inclusi i ministri estremisti che chiedono apertamente azioni di genocidio o agiscono contro la soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati’) sono state cancellate le parole ‘azioni di genocidio’.
E’ rimasto comunque, nella risoluzione, il riferimento al ‘procedimento ancora pendente nei riguardi di Israele da parte della Corte internazionale di Giustizia riguardo all’applicazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio nella Striscia di Gaza (Sudafrica contro Israele), avviato il 29 dicembre 2023’ (Considerando H).
Un emendamento del Ppe (il numero 8), approvato dalla maggioranza dell’Aula con 290 voti contro 271 e 22 astenuti, ha cancellato la dalla proposta originaria di risoluzione la frase: ‘Condanna senza mezzi termini la continua escalation della guerra a Gaza, imputabile alle operazioni militari israeliane, che si è tradotta in ricadute umanitarie devastanti e sofferenze inaccettabili per la popolazione civile’, sostituendola con un’affermazione molto più blanda nei riguardi di Israele: ‘Esprime preoccupazione per le continue operazioni militari nella Striscia di Gaza, che si sono tradotte in sofferenze insopportabili per la popolazione civile’.
Altri due emendamenti del Ppe hanno tolto dal testo alcune forti critiche alla Commissione e al Consiglio europeo per la mancata incisività della loro azione riguardo alla situazione a Gaza. L’emendamento numero 13 (approvato con 312 voti contro 270 e 17 astensioni) ha soppresso la ‘viva condanna’ che il testo originario proponeva per ‘il fatto che la Commissione e il Consiglio europeo non abbiano reagito con l’urgenza richiesta dalla gravità della situazione catastrofica a Gaza’.
L’emendamento 14, infine, ha cancellato la frase con cui si invitavano la Commissione e il Consiglio europeo ‘a riflettere sulle profonde conseguenze per l’immagine internazionale dell’Ue derivanti dall’assenza di una risposta oggettiva alla situazione catastrofica nella Striscia di Gaza e dalla percezione di un approccio basato su due pesi e due misure nell’azione diplomatica dell’Ue’, e si insisteva ‘sul fatto che una tale situazione sta annientando la credibilità dell’Ue non solo agli occhi del Sud del mondo ma anche agli occhi dei nostri cittadini’.