La bussola etica (PAV–Fiamc)
Nel resoconto pubblicato ieri dall’Osservatore Romano sulle conclusioni del congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Federazione mondiale delle associazioni cattoliche dei medici, il principio è netto: «le decisioni relative al trattamento dei pazienti […] devono sempre rimanere di competenza dell’essere umano e non tra devono mai essere delegate all’IA». E ancora: il medico non deve «lasciarsi ipnotizzare dal fascino dei risultati tecnologici». Un richiamo semplice e forte: la macchina assiste, l’uomo decide.
Il quadro regolatorio: l’AI Act e la “sorveglianza umana”
Dal 1° agosto 2024 l’AI Act è in vigore: i sistemi “ad alto rischio” in sanità devono garantire gestione del rischio, qualità dei dati, trasparenza e soprattutto human oversight, cioè la possibilità effettiva per i clinici di comprendere, controllare e correggere. È il modo europeo di trasformare in norme il principio “l’IA non sostituisce il medico”.
Le raccomandazioni dell’OMS
L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato linee guida specifiche per i modelli “grandi e multimodali” in ambito salute: oltre quaranta raccomandazioni su sicurezza, validazione clinica, governance e responsabilità, per evitare bias e danni da uso improprio. Anche qui l’accento è su trasparenza e controllo umano.
La posizione dei medici italiani
Anche la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) conferma questa valutazione: l’IA «non sostituirà il medico; a lui spettano prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica». Il legislatore – osserva la Federazione – può valorizzare gli strumenti algoritmici solo come supporto, lasciando impregiudicata la decisione clinica e la responsabilità professionale.
Un orizzonte culturale, non solo tecnico
Dalla Rome Call for AI Ethics alla più recente riflessione vaticana su rischi e potenzialità dell’IA, la rotta è coerente: tecnologia al servizio della persona, tutela della dignità, spiegabilità dei sistemi e vigilanza contro manipolazioni e disinformazione. La sanità è banco di prova: senza fiducia e responsabilità, nessuna innovazione regge.
La cura resta un atto umano
La medicina è incontro, giudizio prudenziale, presa in carico. Algoritmi e modelli possono ampliare lo sguardo, non sostituire coscienza e relazione. È questo, in fondo, il messaggio che oggi unisce bioetica, regolazione pubblica e professione: l’IA è un ausilio potente, la cura resta un atto umano.

