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giovedì, 13 Novembre, 2025
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L’IA non è un medico: perché la decisione clinica resta umana

Dalla nota dell’Osservatore Romano alle regole europee: l’intelligenza artificiale può aiutare diagnosi e cure, ma non sostituire competenza, giudizio e responsabilità del medico.

La bussola etica (PAV–Fiamc)

Nel resoconto pubblicato ieri dall’Osservatore Romano sulle conclusioni del congresso promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Federazione mondiale delle associazioni cattoliche dei medici, il principio è netto: «le decisioni relative al trattamento dei pazienti […] devono sempre rimanere di competenza dell’essere umano e non tra devono mai essere delegate all’IA». E ancora: il medico non deve «lasciarsi ipnotizzare dal fascino dei risultati tecnologici». Un richiamo semplice e forte: la macchina assiste, l’uomo decide.

Il quadro regolatorio: lAI Act e la sorveglianza umana”

Dal 1° agosto 2024 l’AI Act è in vigore: i sistemi “ad alto rischio” in sanità devono garantire gestione del rischio, qualità dei dati, trasparenza e soprattutto human oversight, cioè la possibilità effettiva per i clinici di comprendere, controllare e correggere. È il modo europeo di trasformare in norme il principio “l’IA non sostituisce il medico”.

Le raccomandazioni dellOMS

L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato linee guida specifiche per i modelli “grandi e multimodali” in ambito salute: oltre quaranta raccomandazioni su sicurezza, validazione clinica, governance e responsabilità, per evitare bias e danni da uso improprio. Anche qui l’accento è su trasparenza e controllo umano.

La posizione dei medici italiani

Anche la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) conferma questa valutazione: l’IA «non sostituirà il medico; a lui spettano prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica». Il legislatore – osserva la Federazione – può valorizzare gli strumenti algoritmici solo come supporto, lasciando impregiudicata la decisione clinica e la responsabilità professionale.

Un orizzonte culturale, non solo tecnico

Dalla Rome Call for AI Ethics alla più recente riflessione vaticana su rischi e potenzialità dell’IA, la rotta è coerente: tecnologia al servizio della persona, tutela della dignità, spiegabilità dei sistemi e vigilanza contro manipolazioni e disinformazione. La sanità è banco di prova: senza fiducia e responsabilità, nessuna innovazione regge.

La cura resta un atto umano

La medicina è incontro, giudizio prudenziale, presa in carico. Algoritmi e modelli possono ampliare lo sguardo, non sostituire coscienza e relazione. È questo, in fondo, il messaggio che oggi unisce bioetica, regolazione pubblica e professione: l’IA è un ausilio potente, la cura resta un atto umano.