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lunedì, 22 Settembre, 2025
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Libertà sindacale e caso Lauria: una brutta storia per la Cisl

Dal Centro Studi di Firenze al rischio di licenziamento: aver criticato l’Organizzazione è la colpa del formatore. Il sindacato confederale alle prese con una vicenda che mette in discussione la sua stessa identità democratica.

“È una storia da dimenticare, è una storia da non raccontare, è una storia un po’ complicata, è una storia sbagliata.” Così cantava Fabrizio De André nel 1980 in un brano dedicato a Pasolini, poeta che “urlava la libertà”, per citare Angelo Avagliano. Parole che sembrano calzare bene a proposito di una vicenda che sta segnando la vita interna della Cisl e che riguarda Francesco Lauria, formatore del Centro Studi confederale di Firenze. Per anni responsabile della formazione dei contrattualisti privati e animatore di altri corsi nella storica sede di via della Piazzuola, Lauria è anche autore di varie pubblicazioni su figure che hanno segnato la storia dell’Organizzazione.

Dalle dimissioni al procedimento disciplinare

Già da settimane Lauria aveva annunciato le proprie dimissioni dal lavoro in Cisl, accompagnandole con una riflessione critica sulla linea politica del sindacato e sull’involuzione dei metodi nei rapporti interni. Il 15 settembre, tuttavia, a conferma di come oggi viene intesa la libertà di pensiero in via Po, gli è stata consegnata una lettera di contestazione disciplinare. Un atto che, con ogni probabilità, rappresenta il preludio a un licenziamento.

Tra le obiezioni mosse figurano valutazioni tratte da conversazioni registrate all’insaputa dell’interessato e persino la condivisione di una foto di un calcio balilla, interpretata come una violazione delle direttive relative alla riorganizzazione degli spazi del Centro Studi.

Un sindacato non è un’azienda

Un simile atteggiamento ricorda quello di una direzione aziendale tutt’altro che illuminata. Ma la Cisl non è, o non dovrebbe essere, un’azienda. È sconcertante constatare un simile scivolamento autoritario in un’organizzazione che ha fatto della libertà il pilastro della propria identità valoriale. Questa vicenda evidenzia una crisi di autorevolezza della segreteria generale e del gruppo dirigente: chi non è autorevole finisce per difendersi con l’arma della disciplina. 

Difendere la libertà di opinione

Molti intellettuali, giuristi, docenti ed ex sindacalisti hanno già firmato appelli contro il possibile licenziamento di Lauria. Anche noi ci uniamo a queste voci. Si potranno non condividere le opinioni di Francesco, ma in un’organizzazione democratica si ha il diritto di esprimerle senza temere ritorsioni. Speriamo che nella Cisl possa tornare presto la giusta libertà di parola, senza la mannaia di provvedimenti disciplinari.

“Lo spirito della libertà non si può uccidere!”, proclamava Pietro Gobetti, giovane liberale perseguitato dai fascisti. Attendiamo, con preoccupazione e speranza, l’evoluzione – o l’involuzione – del caso Lauria.