Pubblichiamo l’abstract dell’Articolo che appare sull’ultimo numero dell’autorevole rivista dei Gesuiti “la civiltà cattolica” a firma di Vladimir Pachkov

Il contesto dell’articolo. Quello che sta accadendo oggi tra Occidente e Russia viene a volte definito come «nuova Guerra fredda». In effetti, l’ex Urss appare tornata a essere, come nel XIX secolo, un bastione del conserva­torismo ed è oggi la nazione che si oppone all’ideologia dominante in Occidente. La transizione dalla modernità alla postmodernità, che in Europa e negli Stati Uniti è avvenuta tra gli anni Sessanta e Ottan­ta del XX secolo, in Russia è arrivata con la perestrojka, ma è stata infatti rapidamente respinta. Anche per questo, spiega l’articolo, la Russia viene addirittura vi­sta come forza trainante che sta dietro i movimenti nazionalistici in Europa. 

Perché l’articolo è importante?

L’articolo del nostro corrispondente da Mosca – facendo riferimento anche alle tesi del filosofo tedesco Hauke Ritz e attraverso una ricostruzione storica dei rapporti tra cultura europea e russa – spiega perché gli appartenenti all’attuale élite, e in particolare Putin, si ritengono i «veri europei» e custodi della civiltà europea, contro il disfacimento delle identità collettive. Essi dichiarano di voler rafforzare i «valori tradizionali» della famiglia, della religione e del patriot­tismo, sostituiti in Occidente dai «valori postmoderni» e dal multiculturalismo. E questo deve essere preso in considerazione, se si vogliono capire le contraddizioni nella Russia stessa e nei suoi rapporti con l’Occidente. 

Quali sono le domande che l’articolo affronta?

  • È davvero possibile affermare che tra Occi­dente e Russia si stia vivendo un’«era glaciale», una nuova Guerra fredda? Ma quale ne è il motivo?
  • È solo una questione di interessi e rivendicazioni di potere, o ci sono problemi più profondi?
  • Inoltre, in che senso la Rus­sia può davvero considerarsi la «vera Europa»? E davvero Putin è «il vero europeo», come vuole apparire agli occhi dei movimenti conservatori in Europa? O per il Cremlino il riferimento ai valori tradizionali europei è solo retorica?

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