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giovedì, 28 Agosto, 2025
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L’ombra del cesarismo: la lezione dimenticata di Sinclair Lewis

Dinanzi a Trump e i populismi d’oggi torna attuale il romanzo di Sinclair Lewis, scritto nel 1935 come monito contro la minaccia autoritaria. Profetico.

L’ascesa politica di Donald Trump, con modalità spesso in contrasto con i principi della democrazia americana, ha riaperto il dibattito sul destino stesso delle istituzioni liberali. In questo clima torna d’attualità It Can’t Happen Here, romanzo di Sinclair Lewis pubblicato nel 1935 e da poco riproposto in Italia con il titolo Qui non può succedere (Chiarelettere, 2024).

Lewis immaginava la conquista del potere da parte del senatore Berzelius “Buzz” Windrip, un leader populista che nel 1936 riesce a farsi eleggere presidente degli Stati Uniti, inaugurando una dittatura dagli echi europei.

Populismo e fascismo

L’autore scrive nel contesto delle dittature di Mussolini e Hitler, convinto che anche gli Stati Uniti potessero scivolare verso un modello simile. Centrale nel romanzo è la figura del giornalista Doremus Jessup, che rappresenta la coscienza critica ma esitante di una società incapace di reagire. Lewis gli attribuisce la colpa maggiore: non ai demagoghi, ma a chi, pur vedendo il pericolo, lo sottovalutò pensando che la “ridicola tirannide” non potesse durare.

I quindici punti di Windrip

Windrip conquista le masse con il suo proclama, i Quindici punti della vittoria per gli Uomini Dimenticati: un programma che propone il totale controllo statale della finanza, la nazionalizzazione di miniere e servizi pubblici, la subordinazione dei sindacati al governo e, soprattutto, la concentrazione dei poteri nelle mani del presidente, con un Congresso ridotto a organo consultivo e una Corte Suprema privata di ogni funzione di controllo. Un progetto di “cesarismo democratico” che inquieta per le somiglianze con derive contemporanee.

La fascinazione delle folle

Il personaggio di Windrip appare rozzo, incolto, persino ridicolo. Eppure riesce a incantare le masse con un linguaggio diretto, fatto di collera, umorismo cinico e promesse mirabolanti. Lewis lo descrive come un attore di genio: capace di urlare, gesticolare, vomitare cifre e dati falsi senza mai perdere l’applauso del pubblico. Una rappresentazione che evoca, in controluce, le strategie comunicative di Trump e di altri leader populisti del nostro tempo.

Un monito attuale

Ciò che colpisce, a quasi novant’anni dalla pubblicazione, è l’attualità della lezione di Sinclair Lewis. La democrazia non muore soltanto per mano dei dittatori, ma per l’inerzia di chi non reagisce, di chi si affida all’idea consolatoria che “qui non può succedere”. È questo il monito che la letteratura consegna alla politica di oggi, ben al di là della parabola di Trump.

Nota

Sinclair Lewis, Qui non può succedere, Chiarelettere  2024, traduzione di Massimo Bocchiola. Titolo originale: It Cant Happen Here, 1935.