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lunedì, 10 Novembre, 2025
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L’Ungheria europeista bussa al PDE: la candidatura del MMN di Márki-Zay

Il partito Mindenki Magyarországa Néppárt (MMN), guidato dal sindaco e leader civico Péter Márki-Zay, chiede di aderire al Partito Democratico Europeo. La Presidenza PDE propone il via libera: serviranno i due terzi del Congresso.

Una nota del segretario generale Sandro Gozi invita i delegati del Congresso del PDE a votare sull’adesione del Mindenki Magyarországa Néppárt (MMN), con parere favorevole della Presidenza. L’ammissione richiede la maggioranza dei due terzi. L’obiettivo dichiarato: rafforzare la presenza dei democratici europei nell’Europa centrale con un partner credibile in Ungheria.

Chi è il MMN

Il MMN nasce dall’esperienza del movimento civico “Everybody’s Hungary”, poi strutturato come partito e registrato nel 2023. Si definisce europeista, anticorruzione, pro-Stato di diritto, con enfasi su buona governance, libertà dei media ed equità sociale: un profilo coerente con i valori del PDE.

Il leader: Márki-Zay

Péter Márki-Zay è sindaco di Hódmezővásárhely dal 2018 ed è stato il candidato unitario dell’opposizione contro Viktor Orbán alle politiche del 2022. Si presenta come conservatore civico, filoeuropeo, critico verso la corruzione e l’isolazionismo di Budapest. La sua notorietà nazionale rende il MMN un potenziale moltiplicatore di visibilità per i democratici europei.

 

Perché interessa al PDE

In uno spazio politico ungherese segnato dall’egemonia di Fidesz (il partito di Orbán) e dalla frammentazione dell’opposizione, l’ingresso del MMN offrirebbe al PDE una piattaforma identitaria chiara: riformismo europeo, diritti e stato di diritto. La scelta avrebbe anche un valore geopolitico: collocare in Ungheria una voce apertamente pro-UE grazie a un partito che pratica il metodo dell’integrazione e del compromesso, tipico della tradizione popolare e democratica europea.

Le incognite

Restano però due nodi: peso elettorale (ancora limitato di un soggetto giovane) e sostenibilità organizzativa in un ambiente mediatico ostile. La scommessa del PDE è accompagnare la crescita di un attore civico che, più dei simboli, porta credibilità amministrativa e una “lettura europeistica” delle riforme.

Una decisione dal valore politico

Il voto del Congresso non è un mero adempimento: segnala che lo spazio della cultura e della politica di centro può riaprirsi anche dove il sovranismo appare egemone. Per i democratici riformatori, l’adesione del MMN sarebbe un segno concreto: Europa, legalità, pluralismo non come slogan, ma come agenda di governo locale e nazionale.

In sintesi. Il PDE è chiamato a decidere se accogliere – i segnali sono tutti positivi – il MMN di Márki-Zay: un partito giovane ma allineato ai valori europei, capace di portare in Ungheria un progetto riformista oggi necessario quanto raro. Se il Congresso dirà sì, non sarà solo una nuova tessera nell’organigramma, ma un autentico investimento sulla tematica dello Stato di diritto nel cuore dell’Unione Europea.