Roma, 6 ago. (askanews) – L’unità d’élite per la guerra informatica dell’esercito israeliano utilizza i server cloud di Microsoft per archiviare enormi quantità di informazioni sui palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, usate per pianificare attacchi aerei e definire operazioni militari. E’ quanto è emerso da un’inchiesta condotta dalle testate +972 Magazine, Local Call e Guardian, che hanno condotto interviste con 11 fonti di Microsoft e israeliane, oltre ad aver avuto accesso a una serie di documenti interni Microsoft.
Stando a quanto riportato dalla testata israeliana +972 Magazine, l’Unità 8200, che ha funzioni pressoché equivalenti alla National Security Agency (Nsa) americana, ha trasferito file audio di milioni di chiamate di palestinesi sulla piattaforma cloud di Microsoft, Azure, “rendendo operativa quella che è probabilmente una delle più grandi e più invasive raccolte di dati di sorveglianza su un singolo gruppo di popolazione”.
La collaborazione è iniziata nel 2021 quando l’amministratore delegato di Microsoft, Satya Nadella, ricevette a Seattle il comandante dell’Unità 8200, Yossi Sariel. In quell’occasione, scrive il Guardian, Sariel ottenne il sostegno di Nadella a un piano che avrebbe concesso alla sua unità l’accesso a un’area personalizzata all’interno della piattaforma Azure. “Grazie alla capacità di archiviazione pressoché illimitata di Azure, l’Unità 8200 iniziò a sviluppare un nuovo e potente strumento di sorveglianza di massa: un sistema completo e invasivo che raccoglie e archivia le registrazioni di milioni di chiamate da cellulare effettuate ogni giorno dai palestinesi a Gaza e in Cisgiordania”, ha sottolineato il quotidiano britannico. L’immensa capacità di archiviazione e di calcolo di Microsoft ha consentito quello che diverse fonti israeliane hanno descritto come l’ambizioso obiettivo del progetto: archiviare “un milione di chiamate all’ora”. E secondo tre fonti dell’Unità 8200, la piattaforma ha facilitato la preparazione di attacchi aerei e ha plasmato le operazioni militari a Gaza e in Cisgiordania.
Stando a quanto ricostruito dall’inchiesta, dopo l’incontro del 2021 un team dedicato di ingegneri Microsoft ha iniziato a lavorare direttamente con l’Unità 8200 per costruire un modello che avrebbe consentito all’unità di intelligence di utilizzare i servizi cloud dell’azienda americana dalle proprie basi. Secondo una fonte di intelligence, alcuni di questi dipendenti Microsoft erano ex membri dell’Unità 8200, il che ha reso la collaborazione “molto più semplice”.
Dai documenti di Microsoft, scrive il Guardian, è emerso anche che gran parte dei dati sensibili potrebbe ora trovarsi nei data center dell’azienda in Olanda e in Irlanda.