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giovedì, 29 Maggio, 2025
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Mafia, Melillo: le modifiche al codice avranno un impatto disastroso sulle indagini

Milano, 27 mag. (askanews) – Le modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi, sistemi informatici o telematici o memorie digitali avranno un “impatto disastroso sulle indagini alla criminalità mafiosa”. E’ l’allarme lanciato da Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, nell’audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera dedicata all’esame della pdl sulle modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi, sistemi informatici o telematici o memorie digitali.

Il rischio, ha sottolineato Melillo, è quello di “pericoloso arretramento dell’azione di contrasto alla criminalita mafiosa in spregio all’impegno prioritario di non indebolire gli strumenti investigativi utilizzabili per arginare la pericolosità di gruppi criminali”.

Il testo già approvato dal Senato, ha evidenziato ancora il procuratore nazionale antimafia, introduce infatti “pesanti limitazioni nell’afficacia delle indagini sulla criminalità mafiosa”.

Un allarme, ha spiegato Melillo, “che nasce dalla pesantezza dell’archittetura procedurale prevista: un meccanismo di questo tipo sembra richiamare la sovrabbondanza delle forme tipiche del Barocco”. Il provvedimento sarà infatti “nocivo sul terreno della cooperazione internazionale, dato che la capacità di intervenire in maniera tempestiva come richiesto dalle convenzioni internazionali risulterà pesantemente condizionata”.

Ma secondo il procuratore nazionale antimafia “il vero vulnus per il sistema delle indagini non è rappresentato solo dalla difficoltà e dalla macchinosita delle modalità di acqusizione dei dati, ma soprattutto dalla loro utilizzabilità valida solo per quei reati per i quali è previsto l’arresto in flagranza. C’è l’obbligo di rispettare una clausola che il sistema penale internazionale ha sostanzialemnte rifiutato”.

Il problema è che “per il sequestro sono previste le stesse regole introdotte per le intercettazioni. Ossia sono utilizzabili solo quando si procede per reati per i quali previsto arresto in flagranza”. Sul piano pratico, “non sarebbero utilizzabili per reati come traffico illecito rifiuti, detenzione di materiale pedopornografico, revege porn, di accesso abusivo a sistemi informatici, riciclaggio di proventi illeciti. E non sarebbero utilizzabnili per tutti i delitti commessi al fine di agevolare un associazione mafiosa”.