C’è un’ora che fa sbiancare tutto il resto. È un tempo che si toglie per sempre di mezzo, avendo ormai compiuto la sua missione.
La decisione arrivò dall’Alto non del tutto inaspettatamente. Da giorni si monitorava la sua situazione. Il sentore, che si era sul compimento del fatto, rubava spazio alle incertezze che tentavano di confondere ancora le idee per procrastinarne l’accadimento.
Maria era pronta per lasciare la sua chiesa. Aveva dato seguito alle indicazioni di suo Figlio e tutto ormai era compiuto.
C’era assai più di un’aria di commiato che circolava sospesa in attesa di atterraggio. Le sue parole si facevano di maggior peso, meno frequenti e con un calibro che non mancava di andare a segno alle orecchie degli apostoli che le erano attorno. Quelli fingevano di non aver ben compreso perché Lei si ripetesse e si guadagnassero altri giorni di sua presenza.
Era il modo per dirle che non erano pronti a camminare da soli e che lo Spirito Santo, senza di Lei, non era sufficiente a sostenerli. Avevano bisogno del suo sguardo che aveva il peso di carezze che valevano ogni sacrificio. Non era un ricatto ma suppliche, di quelle che si fanno sapendo di andare contro corrente ad una storia che non poteva essere rimandata.
Avrebbero voluto trattenerla e mandarono a Dio invocazioni per questo tentando di ragionarci, smentendo l’obbedienza a cui erano avvezzi. Il loro Maestro era morto e risorto dopo tre giorni per poi lasciarli a sbrigarsela da soli. Era asceso al cielo con le nuvole a fargli da rampa di lancio.
Per sua madre non poteva andare nello stesso modo. La morte non doveva scalfirla perché il mondo, malgrado Gesù a vegliare, avrebbe tremato anche soltanto un istante senza di lei. Questa volta, quello stesso mondo non si sarebbe ripreso più dal dolore.
Dio accettò le argomentazioni che gli avevano opposto, mettendoci su una via d’uscita che avrebbe salvato la situazione. Maria si sarebbe soltanto addormentata, la spina sarebbe rimasta fissa al posto suo per dare una continua corrente d’amore al creato.
Gli apostoli accettarono di buon grado il compromesso raggiunto, tirare oltre la corda sarebbe stato impossibile. Lei era pervasa dall’emozione, altre ne aveva già sopportate di meravigliose e di terribili. Questa che l’attendeva era l’ultima alla quale era destinata. Le cose si misero in maniera che gioie e dolori dovessero interferire in un miscuglio che impedisse il prevalere delle prime o dei secondi.
Lasciare gli apostoli era una pena inesprimibile. Già una volta aveva perduto un Figlio e non c’è da abituarsi ad altri abbandoni. In compenso, a breve Maria si sarebbe però ricongiunta al suo Gesù, ritrovando anche il suo sposo Giuseppe.
Avrebbero rimesso insieme i pezzi di una famiglia che non aveva di certo avuto vita facile. Gli apostoli, consolandosi si dissero che erano ormai intessuti nel suo cuore, tanto che Lei, per il dopo, non avrebbe dovuto scomodare alcuna memoria per essere con loro.
Gli angeli sono puri spiriti con i vantaggi e gli svantaggi della loro natura. A loro fu affidato l’ambizioso compito di vigilare Maria nel suo sonno e dolcemente curarne l’Ascensione, risvegliandola alla fine del viaggio.
Si presero tutto il tempo necessario, non avevano fretta. Si erano preparati al meglio, con voce di canti che solo in Paradiso potevano ascoltare e con note appartenenti esclusivamente a sinfonie celesti. Musica nuova, neanche il Padre ne conosceva un accenno. La sorpresa doveva essere totale anche per Lui, che ne sarebbe rimasto sconvolto di delizie.
Dovettero accordare i loro strumenti al battito del cuore di Maria decifrandone l’intonazione della quale non si riconoscevano mai sufficientemente degni.
Stavolta erano loro i protagonisti e si muovevano premurosi e raggianti come, per magia, avessero loro stessi un corpo e una mente in agitazione, al pari degli uomini.
Finalmente, oltre a confidare sulla compagnia dell’Onnipotente, ora avevano vicino una Madre che li amasse alla stregua di figli. Le avrebbero obbedito punto per punto, compiaciuti che Lei si esprimesse solo con preghiere e non in comandi.
Gli angeli avevano smesso di essere orfani di una parte e quel giorno non ci furono più classificazioni di Serafini, Cherubini, Troni e quant’altro li distinguesse. Rompendo le regole erano tutti attorno a Maria con le lacrime di gioia che miracolosamente sgorgavano dalle loro forme invisibili.
Con la sua carne, una donna stava riempendo il loro vuoto, la loro impalpabile essenza, dando inediti connotati a ciò che erano. Non conoscevano la morte ma andò come fossero anche loro risorti ad una vita nuova. In più, una donna con la sua immensa umanità compensava un Paradiso a corto di terra e forse anche di piena confidenza con gli uomini.
Dio aveva predisposto un piano, che adesso, superando con Maria ogni aspettativa, tracimava con effetti imprevedibili di bene.
Lei rendeva visibile il Paradiso agli abitanti dabbasso. È come ne avesse dato materia in modo che fosse intravisto, se soltanto si fossero fermati a contemplarlo.
Gli angeli erano felici. Per la circostanza trovarono addirittura voce e Dio Padre li lasciò fare.
Alla fine dei tempi potevano restare com’erano. Non c’era più bisogno di aggrapparsi a fantasticherie, forse aspirando di essere tradotti, uguali agli altri appartenenti ad un cielo che con Maria aveva trovato il definitivo equilibrio.
C’era anche chi da Lei se ne teneva alla larga, il più lontano possibile. Si trattava dei diavoli che alla sua sola vista scappavano a gambe levate. La causa era in un odio che si alimentava continuamente per frustrazione. Non avrebbero potuto resisterle, non nel tentativo di prevalerle in combattimento, quanto invece per ammirazione.
Al suo cospetto non si sarebbero arresi ma dismesso i panni del male per invocarne piuttosto la sua benedizione. Lei ne soffriva, non disperando che un giorno qualcuno di essi sarebbe tornato sulla retta via. A suo Figlio avrebbe estorto il permesso per riaccoglierli in casa. Se l’Inferno resterà vuoto sarà per mano di Maria.
Da allora è passato del tempo. In Paradiso corre una grande confusione. L’amore si muove con frenesia in un gioco di specchi che pare impazzito. Maria insegna come si debba avere occhi solo per il Figlio che a sua volta indica la via della salvezza soltanto se si ascoltano le raccomandazioni di sua Madre.
Gli angeli respirano tranquilli. il più è fatto, hanno un posto lassù che li appaga smisuratamente, come altrimenti non si potrebbe. Non si distaccano da Maria, la loro Regina, di un millimetro.
La obbligano costantemente ad una leggera fatica. Ricorda sempre di non adagiarsi ma di perdersi totalmente nel suo Figlio. Talvolta gli uomini ed anche gli angeli si fermano estasiati vicino a Lei, senza andare oltre. Con la dolcezza che smonta ogni resistenza, Maria li rimbrotta, esortandoli sempre a procedere al passo seguente e determinante per la felicità, Gesù.
Dio stesso non si capacita come tutto questo sia potuto accadere, come una donna di Nazareth abbia potuto travolgere un ordine che pure sembrava del tutto bastare a se stesso, aggiungendo un fermento di cui non si conosceva esigenza.
Maria ha perfezionato la creazione sia in terra che in cielo. Dio ha preso atto che senza di Lei mancava qualcosa di necessario alla sua opera. Gli angeli, non conoscono sonno e riposo, non vogliono mandare a vuoto neanche un fiato della sua vicinanza. Il loro Paradiso non può attendere.