L’Europa questa volta si è mossa e difficilmente le opposizioni faranno breccia nella pubblica opinione rilanciando le accuse sulla mancanza di solidarietà tra i 27 dell’Unione.

Il pacchetto del Recovery Fund proposto dalla Commissione europea per l’Italia ammonta a 172,7 miliardi di euro. 81,807 miliardi sarebbero versati come aiuti e 90,938 miliardi come prestiti.

I 172,7 miliardi proposti dalla Commissione Ue per l’Italia nell’ambito del pacchetto Recovery Fund rappresentano la quota più alta destinata a un singolo Paese. E questo sia in termini assoluti sia per quanto riguarda gli aiuti a fondo perduto che i prestiti. Segue l’Italia la Spagna, con un totale di 140,4 miliardi, divisi tra 77,3 miliardi di aiuti e 63,1 miliardi di prestiti.

La Commissione otterrà i 750 miliardi di euro innalzando “temporaneamente” il tetto delle risorse proprie del bilancio comune al 2% del Pil Ue, e andando sui mercati a finanziarsi. Il debito così emesso dovrà essere rimborsato tra il 2028 e il 2058, attraverso il bilancio comune post 2027. Per reperire risorse Bruxelles propone di includere nuove risorse da tasse sulle emissioni, sulle grandi multinazionali, sulla plastica e web tax.

“Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall’Italia – ha scritto il premier Giuseppe Conte sui social – Siamo stati descritti come visionari perchè ci abbiamo creduto dall’inizio. 500 mld a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo su negoziato e liberiamo presto le risorse”.

“Il Recovery fund significa metterci in grado di spendere tutti i soldi che servono: la priorità adesso è abbassare le tasse, non dobbiamo sbagliare come dieci anni fa. Usiamo i soldi per abbassare le tasse”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso della registrazione de ‘L’Intervista’ di Maurizio Costanzo, in onda su Canale 5.

Proprio questa dichiarazione suscita perplessità. La proposta della Commissione deve passare sotto le forche caudine della verifica nel Consiglio europeo. Si annunciano trattative ancora lunghe e faticose. Di Maio, con l’appello alla riduzione delle tasse, lancia un messaggio demagogico e mette in difficoltà lo stesso capo del governo. Pensare di usare i fondi europei per abbassare il carico fiscale significa dare la stura ai Paesi del nord Europa – Olanda in testa – a rimpinguare le polemiche contro un’Italia che si comporta irresponsabilmente da cicala. Conte avrà da spiegare, al tavolo del negoziato con gli altri partner, se queste uscite improvvide e maldestre del Ministro degli Esteri rispondono all’indirizzo collegiale del governo. Era meglio che Di Maio tacesse.