Riprendiamo il commento che all’indomani del voto ha proposto “ArcipelagoMilano”. Colpisce il grido d’allarme. Se sparisce l’opposizione, la vita amministrativa non può che risentirne negativamente.
Le lezioni amministrative di Milano si sono risolte in un grande successo del PD e della candidatura di Beppe Sala che sarà sindaco per altri cinque anni. Ma il fatto per me preoccupante è che è sparisca dal Consiglio comunale qualunque opposizione di sinistra e, conseguentemente, il confronto di idee e di dibattito politico sulle scelte della giunta.
Infatti i trascorsi della consigliatura di Sala dimostrano che, a parte i voti contrari dei quattro consiglieri del M5s e di Basilio Rizzo, sulle scelte di carattere urbanistico, dei grandi interventi, del recupero degli scali e delle aree dismesse, non si è avuta alcuna discrepanza di posizione tra la maggioranza di centro sinistra e la coalizione di centro destra.
Sala, che in queste elezioni ha stravinto al primo turno, avrà le mani libere per portare avanti quelle iniziative in ambito urbanistico ed edilizio lasciate in sospeso in attesa delle amministrative e tra queste, innanzi tutto, la distruzione dello stadio di San Siro e la realizzazione di un nuovo stadio, con il corredo di enormi volumetrie che ad esso si accompagnano. Né sarà possibile cercare di instaurare quella regìa pubblica sui futuri interventi, già in gran parte programmati, che determineranno i destini urbanistici, ma anche sociali ed economici, di Milano e della Città metropolitana per i prossimi decenni.
In assenza di un’opposizione che si possa esprimere in Consiglio comunale sarà quindi inevitabile che si manifesti nel sociale, dando luogo a forme di protesta delle minoranze e di tutti quei comitati di cittadini che in passato hanno agito separatamente in un’ottica localistica, e che hanno sostenuto unitariamente la candidatura di Mariani con il proposito di avere una rappresentanza in Consiglio.
In questa situazione non potranno che generarsi tensioni sociali causate innanzi tutto dalle disuguaglianze a Milano già molto accentuate e che, ulteriormente acuite dalla pandemia, si stanno ancor più aggravando per la grave crisi occupazionale. Sala dovrà far fronte a una probabile conflittualità e per farlo nel modo più appropriato dovrà offrire spazi reali per la partecipazione e il confronto che non siano le fittizie consultazioni popolari organizzate da Lipparini.
Il fatto che Sala sia passato al primo turno con un’ampia maggioranza non fa che aggravare la situazione perché sarà assai poco indotto a patteggiare anche con la componente più a sinistra della propria coalizione perché Milano unita non ha ottenuto neppure un seggio in Consiglio né nei municipi. Sembrano molto deboli anche le altre liste sostanzialmente al traino di Sala, con l’eccezione dei Verdi che con l’oltre 5 % si sono più avvantaggiati dalle manifestazioni sul clima del Pre-COP26 e dall’apparentamento con lui ottenendo ben tre consiglieri. Vedremo quali possibilità avranno di porre condizioni alla linea “manageriale” di Sala.
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