Il titolare della più grande industria di macchine per parchi di divertimento ha informato che il mercato chiede, per esempio, ottovolanti sempre più arditi. Le cosiddette montagne russe devono togliere il respiro… proprio come è stato per gli Italiani, perché non c’è metafora più appropriata per descrivere lo spettacolo della politica offerto per quattordici mesi dagli alleati del Governo gialloverde. Per 18 mesi abbiamo sopportato una continua campagna elettorale, con annunci di decreti mai convertiti o approvati con voti di fiducia, nonostante l’ampia maggioranza in Parlamento. Ad ogni difficoltà o problema emergente veniva proposta la presentazione di una nuova legge. In realtà sono già troppe le leggi che rendono intollerabile la burocrazia. Sono sufficienti ad affrontare qualsiasi materia soprattutto in fatto di sicurezza; purtroppo mancano i controlli e le sanzioni, vere e ineluttabili, nonché tempestive. Sono state fatte anche promesse circa l’incremento delle forze dell’ordine e un contratto con significativi aumenti di stipendio.

Non è accaduto. Ci sono centinaia di uomini e donne sfruttati a servizio di scorte per personaggi che non ha di mira nessuno…sarebbero ben più utili e visibili in strada e nelle situazioni più emergenziali. E la moltiplicazione di punti di sorveglianza? Se c’è una garrita di Carabinieri, poco più in là se ne trova una della Polizia di Stato e anche, per non sfigurare, quella della Polizia Municipale (così a Roma, altrove non so) ma la loro integrazione moltiplicherebbe i servizi. Il ‘Cambiamento’ non c’è stato; si poteva fare, non con un contratto, ma proponendo una visione agli Italiani. Per governare ci vuole una visione generale, per concertare risposte complessive e organiche ai cambiamenti che il Paese si aspetta. Ora si è… svoltato, solo con la guida delle regole costituzionali, come era accaduto l’anno scorso quando in Parlamento fu raccattata la maggioranza per formare il governo gialloverde. L’attuale governo è sostenuto dai due partiti che avevano avuto il maggior numero di voti. Potrà dispiacere a chi conta i voti con le percentuali dei sondaggi ma alla Camera e al Senato ci sono gli eletti del 4 marzo scorso. Ed è inaccettabile che si continui una filastrocca – che accompagnerà la campagna elettorale anche per le regionali, invece che con temi specifici- che il governo Conte è stato fatto in Europa. In realtà se ci fosse stata più competenza politica avrebbero dovuto accettare che anche il primo governo Conte fosse europeo. Cassese sostiene che ”l’europeismo è un atto dovuto. L’Italia fa parte della civiltà europea (…) ormai più della metà dell’ordinamento è disegnata secondo modelli che abbiamo costruito insieme per cui allontanarsi è impossibile.” Basta pensare al caos procurato dalla Brexit.

Dopo il Trattato di Maastricht, l’Unione Europea è un ambito di politica interna; la maggior parte della legislazione nazionale è integrata, armonizzata o condizionata dalla normativa europea. La UE fa parte della vita interna del nostro Paese e l’Italia deve far parte della politica europea. Il Governo del cambiamento non poteva sradicare 70 anni di storia comune. Anzi, avrebbe dovuto partecipare attivamente per cambiare eventualmente la ‘governace’ che anche altri Governi ultimamente contestano. Ora chi vorrà competere nella prossima campagna elettorale sa cosa non dovrà promettere inutilmente e dire con chiarezza cosa fare. Al Pd un compito prometeico per il bene dell’Italia. Un errore da evitate è fare la campagna…all’interno, fra correnti. È perniciosa tradizione delle cosiddette sinistre: in USA i candidati democratici invece di attaccare Trump, contestano Biden (così Trump farà il secondo mandato). In Italia è talmente evidente che prima occorre pensare come recuperare il tempo perso per gli Italiani dal 4 marzo scorso. Un ‘ contratto ‘ ha eluso tutti i punti programmatici per un governo che mirasse al cambiamento. Di tutto si è interessato con proclami demagogici, bruciando risorse per investimenti sociali e strutturali, sciupandole con assistenzialismo inutile a far ripartire la domanda interna, perché non è partita l’occupazione.

E questa come può ripartire se il governo manda in pensione coorti di persone ancora indispensabili, mentre il Paese non innova percorsi per inserire i giovani in lavori nuovi? Ma mentre Macron ha istituito un ministero per l’Intelligenza Artificiale, in Italia il governo gialloverde istituiva quello per la democrazia diretta (!?). L’istruzione nel Paese registra i dati pietosi e preoccupanti registrati da INVALSI e OCSE. Questo è il pilastro per ogni progresso della Nazione.
Siamo in Europa il Paese con il maggior numero di anziani e con incremento demografico negativo e non si è dedicata riflessione e risorse necessarie e adeguate per un programma poderoso a favore delle famiglie. Tanta retorica dei family Day e zero …pensate: asili nido per tutti (pubblici, privati, di condominio) con rette accettabili per favorire occupazione delle donne. Non pannolini gratis ma controllo sui prezzi di pannolini, latte in polvere e su tutto ciò che riguarda i neonati ed anche – non ci si scandalizzi! – minori costi azienda per la maternità. Per la salute, altro pilastro per un Paese sereno, interventi strutturali per rendere sicura, garantita e uguale su tutto il territorio nazionale (art. 3 Cost.) la tutela della salute e la sua promozione. Accesso alle facoltà mediche secondo i bisogni (i dati epidemiologici sono noti e chiari).

Un Paese più istruito e sano sa far correre anche l’economia. Terzo pilastro per il futuro, Ecologia Integrale: Ministeri dell’Ambiente e della Ricerca, separato da quello della Istruzione, di concerto con quello della Salute per un programma che tenga insieme diritti fondamentali, salute, lavoro, e doveri per cui ogni cittadino ha il dovere di svolgere una attività che concorra al progresso della società. ILVA e TAV dimostrano quanto siamo in ritardo, senza una idea innovativa. Non possiamo rinunciare all’ acciaio perché siamo la seconda potenza manifatturiera in Europa, ma ai cittadini di Taranto in collaborazione con AccelorMittal – invece di minacciare soltanto sanzioni penali – urge offrire soluzioni di bonifica e garantire abitazioni in zone più salubri. Trasporti internazionali su ferro invece che su gomma è certamente una scelta coerentemente ambientalista; dati i tempi richiesti di attuazione (avendone perso troppo) sicurezze progettuali e fondi necessari e sufficienti per ogni integrazione: questo è governare, non inseguire gli eventi. Un grande italiano, Ezio Vanoni, rifletteva che i cittadini ‘incontravano’ lo Stato solo in due circostanze non piacevoli, la cartolina precetto e la cartella delle tasse.

Si impegnò per una forma (“perequazione tributaria”) che distribuisse i carichi più equamente. Dopo quasi 70 anni da quella riforma (gennaio 1951) le diseguaglianze, o meglio le ingiustizie fiscali, rendono appetibile ogni soggetto politico che prometta di ridurre le tasse. Credo che gli elettori si fiderebbero di più di chi le facesse pagare a tutti e, in questo modo, meno a tutti. Ciascuno di noi ha esperienza di scontrini fiscali non consegnati, ma c’è molto di più! C’ è bisogno di flessibilità e buon senso anche per tutelare i lavori più ‘strani’, stagionali, di aiuto a giovani e meno giovani: coi voucher era tutto in chiaro… Ahimè quanto costano incompetenza e mancata esperienza di lavoro e di amministrazione prima di diventare ministri!

Togliere tutte le detrazioni e le disparità di trattamento; per esempio, per le pensioni. Potremmo fare decine di esempi che rendono solo più intricata la giungla di lacci e laccioli che attribuiscono poteri discrezionali alla burocrazia. Se la politica non ha il compito di servire la dignità di ciascuna persona e ridurre le diseguaglianze come può meritarsi la fiducia e pretendere che i cittadini corrano a votare? Perciò dobbiamo suscitare passione civile per aiutare gli Italiani a immaginarsi in un futuro integrato in una più ampia patria, gli Stati Uniti di Europa, che ci aiutano a rimanere ancorati ai veloci cambiamenti della nostra epoca, che esigono ben altro di un Governo che si era autodefinito del cambiamento! Politica debole, popolo debole. Si è capito nell’ultimo anno anche per la collocazione dell’Italia in Europa e nel mondo. “Mai come oggi c’è un urgente bisogno di uomini e donne che sappiano usare un linguaggio di verità, senza nascondere le difficoltà, ma indicando una strada e una meta” (Card. Bassetti)