“Nell’anno che si conclude, i missionari, le operatrici e gli operatori pastorali cattolici uccisi sono stati almeno venti. E anche alla fine di quest’anno (il testo è uscito il 30 dicembre scorso, ndr), come ogni anno, l’Agenzia Fides fa memoria di loro”. “Un atto consueto, ripetuto ogni volta con stupore e gratitudine. Non per dovere d’ufficio, non per abitudine. Perché le storie accennate anche quest’anno nel dossier curato da Stefano Lodigiani non danno mai ‘assuefazione’. A esse non ci si abitua”.
Lo scrive Gianni Valente, direttore dell’Agenzia Fides, a commento del Dossier sui Missionari Uccisi nell’anno 2023. “Molti di loro – prosegue Valente – sono stati ammazzati in luoghi e situazioni segnati da conflitti. Sono stati uccisi da soldati di eserciti regolari, da miliziani di bande armate fuori controllo, da gruppi di terroristi, da sbandati con il mitra. Nelle propaggini disperse di guerre oscurate. Nelle metastasi disseminate in tutto il mondo dal cancro della Guerra mondiale ormai non più “a pezzi” che dissangua la vita di popoli interi, come ripete con ostinazione il magistero di Papa Francesco”.
Il direttore di Fides propone qualche storia. Quella di don Isaac Achi, ucciso dalle fiamme durante l’assalto di un gruppo armato alla sua parrocchia, in Nigeria; o quelle della 18enne Janine Arenas e del 24enne Junrey Barbante, studenti filippini coinvolti nelle attività della Cappellania universitaria della Mindanao State University, uccisa da una bomba fatta esplodere nella palestra dell’Ateneo, dove si stava celebrando una messa.
“La nuova guerra mondiale in atto esige il sangue dei poveri, reclama il sacrificio umano di moltitudini di innocenti”, scrive Valente. “E le povere vite spezzate dei venti operatori e operatrici pastorali uccisi nel 2023 incrociano il destino del mondo. Hanno a che fare con la possibilità di salvezza o di dannazione che si affacciano all’orizzonte di tutti. Il loro sangue si mescola al dolore muto e rimosso delle innumerevoli vittime sacrificali nei nuovi mattatoi della storia”.