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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Neruda: “…un giorno scosso da campane, fiorito con piume e garofani”.

Pubblichiamo del grande poeta cileno, figura di spicco della letteratura del Novecento, il testo integrale di “Ode al primo giorno dell'anno”. Si tratta di un vero inno alla speranza.

Lo distinguiamo dagli altri come se fosse un cavallino diverso da tutti i cavalli.

Gli adorniamo la fronte con un nastro, gli posiamo sul collo sonagli colorati, e a mezzanotte

lo andiamo a ricevere come se fosse un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia al pane di ieri, come un anello a tutti gli anelli: i giorni

sbattono le palpebre chiari, tintinnanti, fuggiaschi, e si appoggiano nella notte oscura.

Vedo l’ultimo giorno di questo anno in una ferrovia, verso le piogge del distante arcipelago

violetto, e l’uomo della macchina, complicata come un orologio del cielo, che china gli occhi

all’infinito modello delle rotaie, alle brillanti manovelle, ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni sboccati verso stazioni nere della notte.

Questa fine dell’anno senza donna e senza figli, non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?

 

Dalle vie e dai sentieri il primo giorno, la prima aurora di un anno che comincia, ha lo

stesso ossidato colore di treno di ferro: e salutano gli esseri della strada, le vacche, i

villaggi, nel vapore dell’alba, senza sapere che si tratta della porta dell’anno,

di un giorno scosso da campane, fiorito con piume e garofani.

 

La terra non lo sa: accoglierà questo giorno dorato, grigio, celeste, lo dispiegherà in colline

lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia e poi lo avvolgerà nell’ombra.

 

Eppure piccola porta della speranza, nuovo giorno dell’anno, sebbene tu sia uguale agli altri

come i pani a ogni altro pane, ci prepariamo a viverti in altro modo, ci prepariamo a

mangiare, a fiorire, a sperare.

 

Ti metteremo come una torta nella nostra vita, ti infiammeremo come un candelabro, ti

berremo come un liquido topazio.

 

Giorno dell’anno nuovo, giorno elettrico, fresco, tutte le foglie escono verdi

dal tronco del tuo tempo.

 

Incoronaci con acqua, con gelsomini aperti, con tutti gli aromi spiegati, sì,

benché tu sia solo un giorno, un povero giorno umano, la tua aureola palpita

su tanti cuori stanchi e sei, oh giorno nuovo, oh nuvola da venire, pane mai visto,

torre permanente