Devo ritornare sulla questione della rinata Democrazia cristiana dopo l’intervento del caro amico Mauro Carmagnola. Sono costretto, purtroppo, a ribadire che il neonato partito sta scivolando sulla destra.
Questa mia valutazione è basata sulla partecipazione da ospite al Congresso, sulla lettura meticolosa di testi, l’interpretazione di fatti e delle affermazioni profferite da importanti esponenti della maggioranza che hanno portato ad un cambio della segreteria politica.
Doveroso precisare che in ballo non ci sono valutazioni sulle persone, da tenere sempre fuori dai nostri ragionamenti politici perché siamo tutti figli di Dio. Del resto, ho sempre considerato, come Gianni Fontana, anche Renato Grassi una brava persona ed un amico.
Devo subito rilevare come la stessa replica di Mauro Carmagnola al mio intervento finisce, in realtà, per confermare tutte le mie preoccupazioni, come cercherò di dimostrare.
Renato Grassi, il nuovo Segretario Dc, ha parlato esplicitamente nel corso della sua relazione, svolta dinanzi al primo Consiglio nazionale, dell’ipotesi di dare vita ad una Federazione da comporre con gli altri partitini dc. Si è mosso in scia a spinte da tempo agitate da amici che non hanno mai fatto velo di voler partecipare alle iniziative del Centro destra.
In più, mi chiedo: tutti i gruppi e gruppuscoli che illegittimamente si dicono eredi della Dc, con cui andrebbe fatta questa Federazione, non hanno sempre fatto parte della galassia berlusconiana? O, come l’Udc, non ne ha fatto a lungo parte e continua a farne parte ancora adesso?
La politica non è una scienza esatta, viene insegnata nelle facoltà umanistiche, ma esistono sistemi di valutazione e di giudizio altrettanto forti come quelle applicabili alla matematica, alla fisica o all’algoritmo, di moda da citare ai giorni nostri.
L’Udc con cui Mauro Carmagnola auspica una possibile collaborazione ha appena presentato lo scudo, arbitrariamente detenuto, nelle elezioni del Trentino in appoggio al neoeletto leghista Faragutti.
Tutto lecito, per carità, ma tutto chiaro al tempo stesso.
Gianfranco Rotondi, Giampiero Catone e il responsabile Udc abruzzese, come si potrà vedere nella notizia raggiungibile al seguente indirizzo http://www.abruzzoweb.it/contenuti/regionali-cesa-udc-e-dc-uniti-per-dare-riferimento-unitario-ai-cattolici-/670982-268/, vanno uniti alle elezioni in Abruzzo. Ovviamente, è cantata la solita litania: si tratta di una presenza di centro, un’offerta all’unità dei cattolici. Il ben noto piatto base, insomma, cui poi ciascuno aggiunge il condimento che vuole.
Peccato che l’on. Rotondi e Lorenzo Cesa siano, più che mai, parte integrante di Forza Italia. Devo ripetermi: tutto lecito, per carità, ma tutto chiaro al tempo stesso.
Stranamente, da tutto questo ragionare è sempre escluso il Cdu che, pure, si dice vivo e vegeto, come Mauro Carmagnola, ma non solo lui, dovrebbe sapere bene. Vuol dire qualcosa?
Allora, proviamo a tagliare la testa al toro e parlare di cose concrete, senza abbandonarci solo alle suggestioni.
C’è una bella soluzione utile a diradare ogni dubbio: i vertici della rinnovata Dc dicano chiaramente, con tanto di documento ufficiale, se opportuno sono pronto a dare una mano alla sua stesura, gratuitamente, come stanno le cose senza i tanti imbarazzati ed imbarazzanti cinguettii o fischi di volatili; mettano sul tavolo le relazioni in corso con gli altri gruppuscoli; si impegnino, da subito, a non partecipare a coalizioni pasticciate con altre forze politiche, tra l’altro, pronte ad esequie cui parteciperanno pochi parenti senza più lacrime, oltre che con scarsi di voti.
Appare strano che i “ democristiani mai pentiti” al momento del dunque siano titubanti, timorosi e pavidi. Paura di perdere vecchie relazioni? Comprensibile, ma quelle umane, limpide e cristalline, non sono in discussione, anche se ci si schiera su posizioni politiche diverse. Qual è il problema, allora?
Non appena sarà possibile vedere la Direzione della Dc schierata con nettezza e chiarezza potremo dire che l’ottimismo di Mauro Carmagnola sarà giustificato dai fatti. Di modo che, anche quanti stanno lavorando per il ritorno ad una iniziativa politica da parte dei cattolici non avranno più alcun motivo per non vedere la partecipazione della neo nata Dc ad un processo più ampio.
Se ci sono la chiarezza e la lealtà, perché dovrebbe essere detto no a chi intenda portare la propria partecipazione, il proprio contributo in aggiunta a tutto quell’insieme di esperienze, sforzo progettuale, impegno che in tanti nel mondo cattolico democratico hanno maturato mentre i gruppi dc si dilaniavano, senza portare molto di costruttivo?
C’è un rilievo che ho mosso a questa rinnovata Dc purtroppo ignorato completamente da Mauro Carmagnola: non c’è presenza nel dibattito politico, non abbiamo ascoltato proposte programmatiche. Come inizio non c’è male.
L’affermazione di Mauro Carmagnola, inoltre, sul tramonto di “ uno schema centro-destra versus centro-sinistra” mi preoccupa non poco. La distinzione tra destra e sinistra non esisterebbe più. Allora perché affannarci?
La nostra, ma anche la sua, proclamata pulsione verso l’autonomia invece è destinata a caratterizzare una nuova iniziativa politica dei cattolici. Da cosa sarebbe necessitata se non dal fatto che un rinnovato movimento democratico cristiano deve proporre una risposta diversa rispetto a quelle che negli ultimi 25 anni hanno difettato, da parte gli entrambi schieramenti, di chiarezza e di onestà intellettuale?
La nostra autonomia, che non significa una pregiudiziale posizione aventiniana e solitaria, costituisce il presupposto di una posizione politica chiara e porta inevitabilmente alla delineazione di progetto programmatico coerente con i nostri punti di riferimento. Purtroppo, non basta dirsi autonomi, lo si deve essere e tagliare ogni ambiguità in tal senso mentre, per dirla alla George Clooney, siamo sempre al “ no Cdu e Udc? no party”.