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domenica, 25 Maggio, 2025
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O Bianco Veneto! Nonostante le difficoltà ci proviamo

A Padova, attorno al libro “Qualcuno era democristiano”, si riflette sulla fine dell’unità politica dei cattolici. Nel Veneto bianco c’è chi lavora a una proposta nuova, ispirata al popolarismo e alla Costituzione.

Ho partecipato a un incontro degli amici DC padovani dell’associazione culturale “Centro studi storici della DC padovana”, organizzato in occasione della presentazione del libro di Luigi Marcadella e Lauro Paoletto, pubblicato da Edizioni EVE: Qualcuno era democristiano – La fine dell’unità politica dei cattolici tra Prima e Seconda Repubblica. Il volume raccoglie interviste a figure di rilievo come Gerardo Bianco, Rosy Bindi, Pier Ferdinando Casini, Pierluigi Castagnetti, Luigi D’Agrò, Marco Follini, Arnaldo Forlani, Franco Frigo, Paolo Giaretta, Settimo Gottardo, Clemente Mastella, Achille Variati.

Si tratta di una preziosa raccolta di testimonianze e riflessioni di attori che, a vario titolo, hanno contribuito alla vicenda politica della Democrazia Cristiana, tanto a livello nazionale quanto regionale, con particolare attenzione al contesto veneto.

Le parole di Franco Frigo

Ho seguito con interesse l’intervento di Franco Frigo, ex presidente della giunta regionale del Veneto, esponente di rilievo in una delle ultime stagioni dell’egemonia politica della DC nel cosiddetto “Veneto bianco”. Frigo ha sostenuto che una rinascita politica di un partito di ispirazione cattolica, come fu la DC, sia oggi impossibile. A suo avviso mancano le condizioni antropologiche, culturali e politico-sociali che resero possibile il successo del “partito-nazione” nel secondo dopoguerra.

Una tesi realistica, che tuttavia richiede di essere calata nella realtà di un sistema politico-elettorale segnato da una crescente astensione. In più della metà delle tornate elettorali recenti, infatti, oltre il 50% degli aventi diritto si è astenuto dal voto.

Il problema della rappresentanza

Questa astensione di massa rivela un malessere profondo: una parte consistente dell’elettorato non si riconosce né nella destra sovranista né in una sinistra smarrita nella sua identità. Il sistema maggioritario tende a costringere a una scelta binaria, mentre il sistema proporzionale – oggi accantonato – consentiva non solo di scegliere il partito più vicino per valori e interessi, ma anche di indicare con le preferenze i candidati da sostenere.

Oggi, invece, assistiamo al ritorno di liste bloccate, con candidati di fatto nominati dalle segreterie. Un meccanismo che esclude il cittadino dalla partecipazione diretta e contribuisce alla disaffezione.

Una proposta per il Veneto

Una larga parte di quel 51% di “renitenti al voto” coincide con il ceto medio produttivo e le classi popolari non rappresentate dalle attuali opzioni politiche. Per questo, pur riconoscendo che il progetto di ricostruire politicamente la DC non è stato realizzabile – come dimostra la frammentazione attuale e la recente sentenza del Tribunale di Roma sulla legittimità del nome e del simbolo – resta forte il bisogno di offrire rappresentanza a chi oggi ne è privo.

Nel Veneto, con l’iniziativa dei Popolari per il Veneto e il sostegno degli amici di Iniziativa Popolare, intendiamo ripartire dai valori del popolarismo, ispirati alla dottrina sociale cristiana e alla Costituzione repubblicana. L’obiettivo è costruire un nuovo centro politico, autonomo sia dalla destra sovranista sia da una sinistra priva di identità, attraverso il coinvolgimento delle realtà popolari presenti nelle sette province venete.

Un lavoro da costruire insieme

Stiamo lavorando a un programma per il Veneto 2025-2030 che sia all’altezza delle sfide dopo la lunga egemonia del centrodestra: da Galan all’attuale presidenza leghista, passando per il rischio – sempre più concreto – di un futuro affidato all’estrema destra.

È fondamentale far emergere una nuova classe dirigente con autentica passione civile, in grado di raccogliere l’eredità della migliore tradizione democristiana. Un patrimonio che ho cercato di raccontare nel mio libro Scuola di Democrazia Cristiana, scritto con Mons. Stenico, direttore de Il Popolo, dedicato alle biografie esemplari di tanti uomini e donne della DC che hanno servito le istituzioni repubblicane con “disciplina e onore”.

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