Occhio per occhio, dente per dente: funziona? La newsletter di “Servire l’Italia”.

L’autore rivendica l’originalità del pensiero di Sturzo anche nella individuazione delle cause del conflitto. Le armi, infatti, sono il risultato dell’ingiustizia. L’umanità deve concentrarsi perciò sul modo di coniugare progresso ed equità, se l’obiettivo è lenire quanto più possibile i mali del mondo.

 

Giovanni Palladino

 

Non è stato incoraggiante vedere Biden piangere in diretta TV e poi promettere vendetta, arrivata un giorno dopo. Per l’ennesima volta si è così ricorsi alla legge del taglione, la forma più antica di diritto che risale al Codice di Hammurabi, redatto durante il regno del re babilonese dal 1.792 al 1.750 avanti Cristo. Ma la lunga storia del mondo ci dimostra chiaramente che la legge dell’occhio per occhio, dente per dente non ha mai risolto i problemi, anzi spesso li ha aggravati.

 

Nella nostra professione di fede diciamo: “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”. È tuttavia certo che Dio, fra le cose visibili, non ha creato le armi. Sono state create per lo più dagli uomini di governo, affinché i governati le usassero soprattutto a difesa dei governanti e del loro potere. Non solo per difenderlo, ma anche per aumentarlo.

Nel corso dei secoli sono stati fatti enormi investimenti a tal fine. Si è iniziato con la pietra, arma gratuita, che servì all’inizio per il sostentamento dell’uomo con la caccia, tanto da promuoverla al ricordo di un’epoca (l’età della pietra). Ma poi si passò ad investimenti via via più costosi: clava, lancia, freccia, spada, pistola, fucile, cannone, bomba, nave, aereo, bomba atomica. Nel frattempo, per millenni, nessun investimento fu fatto nell’aratro: davanti all’aratro c’era sempre un animale ben dotato di muscoli e dietro un uomo affaticato alla sua guida.

 

Come si spiega questo disinteresse dei potenti per migliorare la produttività della terra? Semplice: a loro servivano soprattutto soldati e contadini a basso costo; l’invenzione del motore poteva aspettare. È comunque significativo che quando il motore fu inventato, macchine e aerei furono messi subito a disposizione dei potenti, mentre i trattori tardarono a entrare in funzione. In Italia arrivarono negli anni ’50. Pochi si ricordano che, per i primi 40 anni del volo umano, i piloti degli aerei furono per lo più militari.

 

Dov’è la soluzione? Non nel Codice di Hammurabi, ma nel Vangelo e nella Dottrina sociale della Chiesa.

 

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