26 C
Roma
giovedì, 7 Agosto, 2025
Home GiornaleOggi, forse, De Gasperi non verrebbe eletto

Oggi, forse, De Gasperi non verrebbe eletto

Nel tempo della politica emozionale, la figura grigia e severa dello statista trentino ci appare lontana. Eppure fu lui a forgiare la Repubblica con discrezione e fermezza.

Agosto è il mese che la politica italiana dedica ad Alcide De Gasperi. Ricorre infatti l’anniversario della sua scomparsa, ed è tutto un florilegio di rievocazioni con cui si vorrebbe ripagare l’infinito debito che abbiamo nei suoi confronti. Salvo però dimenticarcene negli altri undici mesi dell’anno, largamente dedicati alla celebrazione e reiterazione dei nostri difetti pubblici e politici.

De Gasperi fu un uomo grigio, volutamente grigio. Una figura discreta eppure decisiva, modesta eppure capace di imprimere al Paese il sigillo della sua visione politica. Montanelli, che non fu un suo apologeta, lo raccontò così, all’indomani di un colloquio:

“Sento dinanzi a lui un gran rispetto senza nessun timore… esattamente il contrario di quello che sentivo dinanzi a Mussolini: un gran timore senza rispetto”.

Egli forgiò la nostra vita repubblicana, con tutti i suoi meriti e perfino con alcuni dei suoi difetti. Tra questi, possiamo citare la sua estraneità a quei meccanismi di facile consenso che dopo di lui avrebbero preso il sopravvento. E che lui piuttosto sembrava quasi disprezzare, girandone alla larga.

Fu l’anti Narciso, per citare ancora Montanelli. E cioè il contrario di come poi la politica si è evoluta, poggiando sull’emozione comunicativa il peso che non è più stata capace di portare sulle sue spalle.

Ai giorni nostri De Gasperi non avrebbe primeggiato, e forse addirittura non sarebbe stato eletto. Ma ai giorni suoi egli, invece, gettò le solide basi della vita repubblicana.

Ricordarlo con gratitudine è il minimo che si possa fare.

Fonte: La Voce del Popolo – 5 agosto 2025

[Articolo qui ripropoto per gentile concessione del direttore del settimanale della diocesi di Brescia]