La mobilitazione internazionale a favore del popolo palestinese cresce, pur tra tensioni e contraddizioni. Alla domanda di stabilità e pace con Israele si accompagna una pressione crescente dell’opinione pubblica e dei governi. Gli episodi di violenza, con punte assai gravi anche a Milano, vanno condannati senza esitazione, perché nulla giustifica aggressioni e vandalismi. Ma resta intatto e anzi si amplia il fronte di chi chiede con forza lo stop all’invasione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano.
La svolta francese e l’appello saudita
Il segnale più rilevante è arrivato dall’Onu, dove il presidente Emmanuel Macron ha annunciato il riconoscimento della Palestina da parte della Francia. Un atto definito “storico e coraggioso”, che ha subito trovato eco nel ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud. Il capo della diplomazia di Riad ha invitato tutti i Paesi a compiere un passo analogo, ribadendo che la soluzione dei due Stati è l’unico modo per costruire una pace giusta e duratura.
Abu Mazen prende le distanze da Hamas
Un altro passaggio chiave è venuto dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. In collegamento con la Conferenza Onu ha chiarito che Hamas non avrà alcun ruolo nel futuro governo palestinese e che le fazioni dovranno consegnare le armi all’Anp. Una presa di posizione netta, che mira a rassicurare la comunità internazionale e a consolidare la prospettiva di uno Stato palestinese riconosciuto e legittimo. Abu Mazen ha anche condannato apertamente le violenze del 7 ottobre 2023, attribuite a Hamas, e ha ribadito che la sovranità per i palestinesi è un diritto, non una concessione.
L’Onu insiste: due popoli, due Stati
Dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è arrivato un messaggio inequivocabile: senza Stato palestinese non ci sarà pace nella regione. “La soluzione dei due Stati è l’unica via d’uscita da questo incubo”, ha detto, denunciando la sistematica violazione delle risoluzioni internazionali e l’inefficacia di decenni di diplomazia. L’Anp ha accolto con favore le parole di Guterres e soprattutto la decisione francese, riconoscendole il valore di un incoraggiamento rivolto ad altri Paesi europei.
L’incertezza italiana
E qui si apre il nodo dell’Italia. Roma condanna formalmente l’invasione israeliana, sostiene la prospettiva dei due popoli e due Stati, invoca un cessate il fuoco immediato. Tuttavia, il governo Meloni non compie il passo decisivo del riconoscimento diplomatico della Palestina, come hanno già fatto Francia, Spagna e Gran Bretagna. La scelta di non muoversi, dettata anche dall’allineamento di Giorgia Meloni a Donald Trump, rischia di isolare l’Italia e di indebolirne il peso in Europa. Una condotta incerta, che guarda più a calcoli di convenienza tattica che a un reale contributo alla pace.