Articolo a firma di Liliana Ocmin (edizione odierna di Conquiste del lavoro) 

Quando parliamo di realizzare i principi di pari opportunità e la parità di genere intendiamo la messa in campo di una strategia in grado di guardare alla questione femminile a tutto campo, perché intervenire per modificare l’esistente, che vede le donne in gran parte ancora discriminate rispetto agli uomini, è possibile solo se si ha una visione che tenga conto di tutti gli annessi e i connessi, altrimenti si rischia la frammentarietà dell’azione, con risultati parziali che comunque non fanno sistema e non permettono di ottenere risultati concreti e a carattere generale.

Nel corso degli anni sono state emanate diverse leggi in materia di uguaglianza ed empowerment delle donne, più di recente il Decreto legislativo n. 198 del 2006 (Codice per le Pari Opportunità) e successive integrazioni, ma manca un serio monitoraggio che permetta di valutare l’impatto delle norme su uomini e donne ed eventualmente apportare correzioni sulle politiche da portare avanti. Siamo in attesa in questi giorni di conoscere il bilancio di genere relativo al 2018. Quello che sappiamo è che occorre con urgenza rilanciare l’occupazione femminile, soprattutto nel Mezzogiorno, eliminare le diseguaglianze presenti nella società e nei luoghi di lavoro, favorire maggiormente la conciliazione vita-lavoro e le misure di welfare, anche attraverso il potenziamento della contrattazione collettiva, aziendale e territoriale, aiutare la scelta di maternità, contrastare più efficacemente le “dimissioni in bianco”, valorizzare la figura del/della cargiver, promuovere la rappresentanza delle donne a tutti i livelli, contrastare ed eliminare la violenza di genere sia tra le mura domestiche che nel mondo del lavoro.

L’aver ricondotto le pari opportunità nell’alveo di un Ministero, è una scelta che, secondo noi, va nella giusta direzione, ancor più se consideriamo il fatto che le stesse siano affiancate alle politiche per la famiglia, i cui provvedimenti chiamano spesso in causa le donne che si sobbarcano per intero l’impegno della cura familiare e genitoriale. Non conosciamo ancora i programmi e le intenzioni della nuova Ministra su queste tematiche, ma appena saremo ascoltati, esporremo puntualmente le nostre proposte.

Sulla conciliazione, abbiamo avuto modo di richiedere in più occasioni, grazie agli ottimi risultati ottenuti, il ritorno agli incentivi diretti per sviluppare ulteriormente accordi con aziende e istituzioni territoriali. Interessante a riguardo la giornata formativa organizzata in questi giorni dalla Cisl regionale dell’Emilia Romagna per comprendere meglio la conciliazione e le possibilità che ne possono discendere, anche alla luce dei principi contenuti nella nuova Direttiva Europea in materia e che anche il nostro Paese è chiamato a tradurre in provvedimenti concreti: aumento dei congedi parentali (fruizione per i bambini fino a 8 anni di età), congedo di paternità obbligatorio nella misura di almeno 10 giorni, congedo per i prestatori di assistenza (cinque giorni all’anno in conformità del diritto o delle prassi nazionali) e a modalità di lavoro flessibili per i lavoratori e le lavoratrici che sono genitori o prestatori di assistenza per ragioni familiari urgenti, tenendo conto delle buone pratiche che la contrattazione ha saputo finora produrre e anticipare in termini innovativi. Senza dimenticare la necessità di agire per ampliare l’offerta di asili nido per l’assistenza all’infanzia e la trasformazione di incentivi temporanei, quali bonus bebè e voucher baby-sitting, in provvedimenti a lungo termine. Sulla maternità, bene la norma sulla flessibilità del pre-congedo, ma senza abusi e nella cornice di una rivisitazione complessiva del testo unico ormai datato, a partire dal superamento della soglia del 30% della retribuzione per il congedo parentale.

Anche per quanto riguarda la violenza di genere occorre dare un colpo sull’acceleratore. Oltre all’approvazione della legge sul codice rosso, che funziona, come abbiamo visto, caso per caso, e che va sicuramente perfezionata, occorre dare subito attuazione al Piano nazionale operativo antiviolenza 2017-2020, in via di definizione, e completare la stesura del nuovo Piano antitratta. Rispetto al tema della violenza, segnaliamo un’importante iniziativa organizzata dalla Cisl di Ferrara che si terrà il prossimo 3 ottobre nella città emiliana, per ragionare insieme sulle molestie nei luoghi di lavoro e in particolare su come aiutare le vittime a denunciare i propri aguzzini, cosa che, purtroppo rimane ancora a livelli molto bassi. Questi sono i punti principali su cui intendiamo confrontarci col Governo, noi siamo pronte, aspettiamo quanto prima di riprendere la nostra collaborazione a pieno regime.