Perché la Dc? Una superlativa ricognizione storica di Stefano Baietti. 

Quattro volumi, raccolti in un elegante volume, raccontano gli anni della formazione del partito “inventato” da De Gasperi. Il ruolo straordinario del giovane Paronetto. Domattina a Montecitorio, alle ore 10.00, la presentazione dell’opera (Edizioni Eurilink).

L’opera indaga sulla complessa elaborazione che presiede all’idea di ricostruzione del Paese e alla costituzione del nuovo partito dei cattolici democratici, la Democrazia Cristiana (1942), a cominciare dai momenti immediatamente successivi all’entrata in guerra. Nell’opera vengono documentati tutti i passaggi del formarsi della preparazione prepolitica che faranno di De Gasperi il riferimento pensante e svettante del processo di ricostruzione fisica e morale del Paese.

Contemporaneamente, la dottrina sociale della Chiesa fa notevoli passi avanti, anche nel senso della modernità, con il nuovo papa Pio XII, eletto al soglio nel 1939, che si dà molto da fare sia per conseguire una interlocuzione diretta con la classe operaia sia per l’aggiornamento internazionale dei concetti in materia sociale ed economica da evocare nei suoi messaggi. Sia De Gasperi che Pacelli, aiutato dal sostituto alla segreteria di Stato Montini, per un caso (Montini dice: per la Provvidenza) si servono dello stesso giovane economista che ha approfondito la tradizione dei cattolici democratici a scala europea nei movimenti che intendono proporre la propria visione e interloquire sulla vita sociale, sulla vita economica e sulla vita politica delle comunità. Tradizione che è fondata sul primato del sociale (si ricordi in Italia Giuseppe Toniolo). Il nome di questo giovane economista è Sergio Paronetto.

Paronetto, lavorando all’IRI come stretto collaboratore del direttore generale Donato Menichella, suo maestro in fatto di industria e finanza, aiuta gli altri suoi due maestri Montini e De Gasperi, fino al punto di diventare per loro “amico e maestro”, come scriverà Ezio Vanoni a dieci anni dalla morte del suo fraterno sodale. Paronetto si fa estensore-ombra sia dei testi per Pio XII (oltre che del Codice di Camaldoli) sia dei testi firmati da De Gasperi. Il discernimento è massimo.

Questa produzione di dieci testi – che tutti assumiamo sotto il protocollo di ‘prepolitica’ – avrà una forte influenza sulla ricostruzione italiana e sulla vita pubblica italiana. Così come ce l’avranno gli articoli della Costituzione ‘paronettiani’ – l’11, il 41, il 46, il 47 e il 99 -, i quattro enti inventati dal valtellinese – il CNEL, la SIOI, la Svimez, l’ISCO – e l’adesione precoce alle agenzie delle Nazioni Unite, l’UNRRA, la FAO, l’FMI e la Banca Mondiale.

La forma impressa all’Italia repubblicana dai Grandi Ricostruttori – De Gasperi, Menichella, Vanoni, Einaudi, Montini – deve molto al lavoro e all’impegno di Sergio Paronetto. È giunta l’ora di ricordarlo e di celebrarlo.

 

Scheda dell’autore

Stefano Baietti, romano, due lauree (in Ingegneria e in Architettura) e una specializzazione, ha visto divisa la sua vita di lavoro come dirigente industriale in tre aziende, l’Italstat dell’IRI, le Ferrovie dello Stato, l’Anas. Cultore della materia in Storia economica, nell’impegno universitario di ricerca ha dedicato molta attenzione alla storia dei gruppi nei quali ha operato, appunto l’IRI, le Ferrovie dello Stato, l’Anas, producendo alcune pubblicazioni.

In questa luce, ha incontrato la figura di un collaboratore stretto del direttore generale dell’IRI Donato Menichella, arrivato a essere vicedirettore generale, un valtellinese allievo prediletto del sostituto segretario di Stato vaticano Giovanni Battista Montini (poi papa Paolo VI) e ghost-writer del papa Pio XII. Si tratta di Sergio Paronetto, il principale collaboratore di Alcide De Gasperi nei primi anni Quaranta. Su questa figura è uscito nel 2012 il libro scritto con Giovanni Farese che ne ha segnato la riscoperta, Sergio Paronetto e il formarsi della costituzione economica italiana.

L’impegno di ricostruzione storica su quanto avvenuto negli anni Quaranta lo ha portato a definire nel suo nuovo scritto Lidea di ricostruzione. Gli anni della prepolitica 1941-1945 le coordinate interpretative sui fondamenti con cui un pugno di personaggi sono riusciti a stabilire una formula valida per ricostruire da zero l’Italia uscita dalla catastrofe bellica.