Petizione De Gasperi, un modo per riflettere sui grandi democratici cristiani.

In sostanza, tocca a coloro che non li hanno mai criminalizzati politicamente, culturalmente ed istituzionalmente riscoprire sempre di più il profilo e la concreta testimonianza della classe dirigente democratico cristiana.

La scelta dell’Associazione dei Partigiani cristiani di intestare ad Alcide De Gasperi il Palazzo dei Congressi dell’Eur è una notizia che non si limita ad un fatto burocratico o ad una mera richiesta protocollare. È molto di più. Come, del resto, confermano la pioggia di adesioni che sono arrivate nell’arco di pochi giorni e senza alcuna campagna social massiccia o particolarmente significativa. E questo fatto, peraltro di pura cronaca e non legato ad alcuna ricorrenza, evidenzia ancora di più che il magistero politico, civile, culturale, istituzionale e nel caso specifico anche etico dei grandi leader democristiani, non sono banalmente archiviabili e qualunquisticamente aggirabili. 

Questa iniziativa su De Gasperi conferma un altro elemento. E cioè, ogniqualvolta si ricorda e si ripropone la lezione e l’azione dei leader e degli statisti della Democrazia Cristina scatta un meccanismo di adesione, di curiosità e di straordinaria attenzione su quello che hanno rappresentato nella declinazione concreta dell’impegno politico ed istituzionale. E parliamo di una classe dirigente, prestigiosa e di rara qualità che nel corso di questi ultimi lustri è stata bistrattata, strattonata se non addirittura criminalizzata sul versante politico e culturale. Soprattutto dalla vasta ed articolata pubblicistica di sinistra. Per non parlare delle forze populiste e demagogiche – penso nello specifico all’esperienza grillina e a quella della Lega – che hanno attaccato sistematicamente la dirigenza democratico cristiana per quello che è stata e per quello che ha rappresentato. 

Del resto, è appena sufficiente citare pubblicamente, e in qualsiasi occasione politica, l’esperienza concreta di uomini come Donat-Cattin o di Marini, di Fanfani o di Moro, di Anselmi o di De Mita, di Galloni o di Bodrato, di Andreotti o di Martinazzoli e di molti altri per richiamare l’attenzione dell’uditorio e degli stessi storici detrattori. Certo, non perdiamo del tempo a confrontare ciò che dicevano ieri i vari Mieli, Cacciari, Veneziani, Cazzullo e via elencando e ciò che dicono oggi. Perché, come ovvio, i tempi cambiano per tutti. Ma è indubbio, al riguardo, che tocca a coloro che non li hanno mai criminalizzati politicamente, culturalmente ed istituzionalmente riscoprire sempre di più il profilo e la concreta testimonianza della classe dirigente democratico cristiana.

Anche perchè questa resta l’unica strada per non disperdere un patrimonio politico e culturale di straordinaria importanza non soltanto per il pensiero cattolico democratico, cattolico popolare e cattolico sociale. Ma, semmai, per l’intero patrimonio ideale della democrazia italiana di cui i cattolici sono stati protagonisti eccellenti e autorevoli. E la conferma, peraltro ennesima, arriva proprio dall’ultima iniziativa su Alcide De Gasperi.

 

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https://www.change.org/p/a-de-gasperi-un-giusto-riconoscimento