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domenica, Marzo 16, 2025
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Piazza del Popolo, il day after non può soddisfare i cattolici democratici

È stato giusto raccogliere l’appello di Serra, tuttavia la regia di "Repubblica” non è stata equilibrata. L’europeismo di De Gasperi? Ignorato. Vuoi o non vuoi, la sinistra resta prigioniera della sua controstoria.

Sarebbe stato un errore disertare la piazza convocata per dare nuovo slancio all’Europa. Non dimentichiamo l’innesco del messaggio di Michele Serra, quando e come ha preso forma come appello alla società civile. Vigoreggiava lo sgomento per gli assalti che venivano dalla Casa Bianca – in primis con l’umiliazione inferta a Zelensky – come se l’Europa fosse fuori dall’orizzonte storico, culturale e politico dell’America di Trump. Era necessario reagire. All’inizio sembrava chiaro che l’iniziativa dovesse sostenere la scelta per un’Europa più coesa e più forte, anche attraverso un impegno straordinario per la difesa comune. Successivamente il tono si è fatto più sfumato, per vedere anzitutto se Conte poteva essere della partita. Ciò non è avvenuto e però, a danno della chiarezza, il tono è rimasto svolazzante: un po’ di qua e un po’ di là, fino a restare in equilibrio tra la determinazione della von der Leyen e l’ambiguità di Elly Schlein.

In ogni caso, sarebbe stato un errore lasciare che un soprassalto di europeismo fosse ignorato o respinto da tutti coloro che conservano la memoria del più autentico e concreto europeismo, quello eminentemente rappresentato, dopo la seconda guerra mondiale, dalla classe dirigente di matrice democristiana. Da più parti è sopraggiunta la disponibilità dei “democristiani” a sentirsi parte di questo sforzo collettivo nel nome e nel segno della nostra “Patria Europa” (v. link a fondo pagina). Qualcosa si è mosso nel sentire comune di sparute e pur vive élite “democratiche e cristiane”, spesso a disagio di fronte alla generosa vacuità politica di gruppi, associazioni e singole personalità, tutti e tutte, a vario titolo, riconducibili all’universo del cattolicesimo italiano. È un fatto e, come sempre, ai fatti va riservata la giusta attenzione.

Con questo spirito guardiamo al day after di Piazza del Popolo. Si può essere soddisfatti? No, purtroppo no. Malgrado l’ossequio al pluralismo, la direzione impressa al pomeriggio di testimonianze è stata inadatta a concepire un realistico equilibrio tra le diverse anime dell’europeismo. La regia di “Repubblica” ha cancellato l’evidenza, ovvero che non staremmo qui a parlare di un nuovo destino dell’Europa se all’origine della scelta per l’integrazione del Vecchio Continente non ci fosse stato, molto più dello spirito di Ventotene, l’animo industre e audace di De Gasperi. Non si tratta di un’inutile comparazione, ma di una necessaria ed onesta precisazione da cui discende la capacità di costruire l’avvenire sulla consistenza morale e politica di un passato incancellabile.

Tutto ciò allontana un certo mondo cattolico democratico dal perimetro di una sinistra orgogliosa della sua controstoria. 

https://ildomaniditalia.eu/DeGasperiPatriaEuropa.pdf