POPOLARI E L’ESSERE CONTEMPORANEI: DA BODRATO UNA LEZIONE DI POLITICA.

Come giustamente dice Guido Bodrato, i progetti politici sono percorribili e praticabili solo quando sono contemporanei. Altrimenti si corre il rischio di essere sì coerenti ma del tutto disancorati dalle dinamiche politiche rispetto al tempo in cui si vive.

Giorgio Merlo

Guido Bodrato, uno dei testimoni più autorevoli del cattolicesimo democratico e popolare del nostro paese, continua a sostenere una tesi difficilmente contestabile. Olttrchè essere attuale ed intelligente, come del resto Guido ci ha abituato da sempre. E cioè, un progetto politico è credibile, e soprattutto è realistico e percorribile, solo quanto è in grado “di collocarsi concretamente nel tempo in cui deve operare”. Detto in altre parole, un progetto, una proposta, una iniziativa politica possono anche essere molto serie e coerenti ma se non riescono ad attecchire nella società sono la conferma plastica della loro inattualità. Una osservazione, appunto, che difficilmente si può mettere in discussione perché semplicemente vera ed oggettiva.

Ora, almeno per noi cattolici popolari e sociali, non è complicato fare degli esempi concreti che confermano in modo persin plateale questa considerazione di Bodrato. Quanti amici, attraverso una straordinaria generosità ed una altrettanto innegabile passionalità, hanno cercato in questi ultimi 30 anni di ridar vita, seppur in miniatura, alla gloriosa e storica esperienza della Democrazia cristiana? E quanti amici, sempre accompagnati da una coerenza e da una tenacia encomiabili, hanno cercato in questi ultimi anni di ridare voce e consistenza ad un partito “di cattolici” nella società contemporanea dopo la fine, forse troppo frettolosa, dell’esperienza del Partito Popolare Italiano di Mino Martiunazzoli, Franco Marini e di Gerardo Bianco? È consigliabile non fare l’elenco degli uni e degli altri per non arrivare ad una banale e persin troppo facile e spietata conclusione: e cioè, forse si è perso troppo tempo attorno ad un progetto per il semplice motivo che non era contemporaneo né attuale. Appunto, come diceva con acutezza l’amico Guido.

Questo significa che la cultura popolare, il popolarismo di ispirazione e lo stesso cattolicesimo sociale sono fuori moda, fuori tempo o fuori luogo? La risposta è semplice: assolutamente no. Ma la risposta, ecco il nodo politico della questione, non era quella immaginata da moltissimi amici per la semplice ragione che se fosse stata contemporanea ed attuale quel progetto sarebbe sicuramente e quasi scientificamente decollato in tutta la sua pienezza. Certo nel momento in cui, grazie anche alla vittoria di una chiara e netta coalizione politica alle recenti elezioni del 25 settembre, ritorna la politica e con la politica auspichiamo anche i partiti e le rispettive culture politiche, anche la cultura popolare e l’esperienza del cattolicesimo sociale torneranno protagonisti. Per il semplice motivo che proprio questa cultura politica continua ad essere straordinariamente attuale, moderna e anche contemporanea. Soprattutto in una fase politica caratterizzata da una drammatica ed inedita “questione sociale”. Ma, molto semplicemente, saranno altre le modalità organizzative con cui declinare nella società contemporanea quella cultura e quella storica tradizione ideale. Alla fine, è tutto molto più semplice di quel che appare.

Ecco perché proprio noi Popolari siamo arrivati, adesso, ad un punto importante e decisivo della nostra secolare storia politica e culturale. Si tratta, cioè, di ritornare giustamente protagonisti nella cittadella politica italiana senza, però, mettere in campo iniziative destinate ad un insuccesso certo. Ed è proprio lungo questo cammino complesso ma sempre entusiasmante, che si misura la capacità creativa e anche, e soprattutto, l’intelligenza politica dei Popolari e dei cattolici sociali nel nostro paese.

Senza arroganza e senza presunzione ma solo e sempre accompagnati dalle armi della coerenza politica e della lungimiranza culturale.