Primo maggio a Hong Kong, giochi pirotecnici ma senza cortei.

Anche in questa ricorrenza - la prima in cui a Hong Kong non vi sono più in vigore regole anti-Covid contro gli assembramenti - non vi sarà alcun corteo per i diritti dei lavoratori.

Spettacolari fuochi d’artificio (tempo permettendo) con combinazioni di luci create coi droni sul cielo di Hong Kong maggio. Ma nelle sue strade ben poco spazio per i cortei per i diritti dei lavoratori. È il 1 maggio che Hong Kong si appresta a vivere domani, nel clima imposto dalla Legge sulla sicurezza nazionale.

Fino al 2019 i partiti politici e i gruppi per i diritti dei lavoratori di tutto lo spettro politico organizzavano eventi nella metropoli per la Festa del lavoro per difendere i diritti dei lavoratori. Poi è arrivato lo stop forzato imposto ufficialmente per la pandemia. Ma anche in questo 1 maggio – il primo in cui a Hong Kong non vi sono più in vigore regole anti-Covid contro gli assembramenti – non vi sarà alcun corteo per i diritti dei lavoratori. Con i sindacalisti del movimento democratico in carcere e la Confederazione dei sindacati di Hong Kong costretta a sciogliersi per non finire nelle maglie della repressione, persino le organizzazioni dei lavoratori del fronte pro-Pechino hanno rinunciato alla loro manifestazione.

Una di loro – la Federazione dei sindacati del lavoro di Hong Kong e Kowloon – inizialmente aveva presentato la richiesta per un corteo, necessaria per tutti i raduni di più di 30 persone. Ma prima ancora di ottenere la risposta “ufficiale” l’ha ritirata, sostenendo che solo una dozzina di persone avevano espresso interesse a partecipare. Anche Kingsley Won, il presidente della Federazione dei sindacati di Hong Kong (altro organismo pro-Pechino), ha dichiarato a una testata locale: “In passato avevamo circa 3.000-4.000 persone che hanno partecipato alle nostre marce per la Festa del Lavoro. Con una partecipazione così ampia, è possibile garantire la sicurezza?”.

In questo clima a riempire il vuoto è l’attenzione spasmodica ai turisti attesi dalla Cina continentale per la Labor Day Golden Week, il lungo ponte di cinque giorni che durerà fino a domenica 5 maggio. Il dipartimento dell’Immigrazione prevede che vi saranno 5,7 milioni di viaggiatori in entrata e in uscita da Hong Kong tra oggi e il 5 maggio. E proprio per il 1 maggio – quando è previsto il picco dei visitatori – sono state ridotte al minimo le ferie del personale ai posti di frontiera e facilitato il “lavoro flessibile” per agevolare i flussi di passeggeri e veicoli, con un potenziamento del 40% anche dei bus navetta per il centro della città.

Nello sforzo di promozione turistica si inserisce anche l’avvio proprio il 1 maggio del nuovo spettacolo serale di fuochi d’artificio al Victoria Harbour che d’ora in poi dovrebbe ripetersi in tutte le principali festività e che costituisce il fiore all’occhiello di un investimento da 1 miliardi di dollari di Hong Kong (130 milioni di dollari Usa ndr) stanziato dal governo locale per attrarre nuovi visitatori soprattutto dalla Cina continentale. Anche se fino all’ultimo il debutto resta incerto perché per la sera del 1 maggio Hong Kong le previsioni meteo danno cattivo tempo.

I dati dell’Hong Kong Tourism Board mostrano che il numero di turisti continentali nell’ultimo trimestre del 2023 ha recuperato circa l’80% della media registrata nel quinquennio 2015-2019. I turisti internazionali, invece, hanno registrato una ripresa di circa il 60%. Tra questi, i visitatori provenienti dall’Asia meridionale e sudorientale hanno registrato la crescita più rapida, mentre continuano rimanere indietro quelli provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti.