A chiudere la terza giornata della Summer School della Scuola di Politiche è stato l’ex premier e presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, che nel suo dialogo con gli studenti, intervistato da Fabio Martini de ‘La Stampa’, ha parlato della questione della guerra in Ucraina e dell’Europa.
“L’unanimità non è democratica””, ha dichiarato Prodi citando l`esempio della moneta unica “Il grande passo in avanti sull’euro é stato fatto quando non si é applicata l`unanimità. All’euro aderirono inizialmente solo 12 Paesi. Gli altri si sono aggregati solo dopo. Tutte le grandi decisioni oggi vengono prese all’unanimità: è questa la paralisi dell’Europa”.
E ancora: “Il diritto di veto rende un nano un gigante. Se vogliamo fare progressi bisogna lavorare con la maggioranza qualificata. Non c’è altra strada”.
Sulla guerra in Ucraina Prodi ha poi dedicato ampio spazio al mancato ruolo di mediazione dell’Europa: “Nella guerra in Ucraina non c’è stata una mediazione europea, non c’è un momento di autonomia europea. C’è stato qualche viaggio di Scholz, di Macron, iniziative di singoli, almeno sono andati la. Ma l’idea che l’Europa non abbia una forza mediatrice, che si lasci quel poco di mediazione alla Turchia, è una umiliazione impressionante”.
“L`Europa ha perso la sua occasione di avere una leadership mondiale – ha concluso Prodi – Adesso è molto più difficile, prima contava il 12% della popolazione mondiale ora siamo tra il 5% e il 6%”. Dal primo giorno di questa guerra, a malincuore, “sono costretto a dire continuamente che qui la pace viene solo se gli americani e i cinesi si mettono d`accordo. L`Europa era prima una coprotagonista del mondo”.
Fonte: Notiziario Askanews