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giovedì, 9 Ottobre, 2025
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Quando il credito diventa civiltà: una bella riflessione di Fabio Panetta

Ieri, nel suo intervento alle banche cooperative, il Governatore della Banca d’Italia ha invitato a riscoprire la funzione etica del credito e la responsabilità globale verso i Paesi poveri.

C’è un filo rosso che lega la finanza cooperativa alla stabilità del mondo. Fabio Panetta, intervenendo alla Giornata delle Banche di Credito Cooperativo, ha voluto ricordare che la dimensione del credito non è mai neutra: nasce da un’idea di fiducia reciproca, e si traduce in un atto di solidarietà. Non è un messaggio retorico, ma il cuore di una riflessione che unisce microeconomia e geopolitica, territori e relazioni internazionali.

Innovare senza perdere lanima

Le banche cooperative, secondo Panetta, hanno anticipato di decenni la sensibilità ESG: inclusione, partecipazione democratica, radicamento locale. Prima ancora che l’acronimo fosse inventato, esse avevano già fatto del bene comune il proprio codice genetico. Oggi però il mondo cambia, e con esso cambiano i parametri del rischio e del valore. Le imprese si spostano sul terreno immateriale dei dati e dei brevetti, le economie locali faticano, la digitalizzazione impone investimenti che le strutture minori non possono sempre sostenere. Da qui l’esigenza di innovare senza snaturarsi: unire risorse, creare alleanze, ma

senza perdere l’anima cooperativa.

La solidarietà come bussola del futuro

Dietro questo ragionamento c’è una visione: il credito non può ridursi a tecnica, perché implica sempre un patto di fiducia. È la stessa logica che Panetta estende al piano globale, quando affronta il tema del debito dei Paesi poveri. Dopo decenni di progressi, la povertà estrema torna a crescere in molte aree dell’Africa; il peso del debito impedisce investimenti in istruzione, sanità, infrastrutture. Il governatore invita dunque a un cambio di prospettiva: non basta la carità episodica, serve un sistema di cooperazione finanziaria più giusto e lungimirante.

Serve – ha spiegato il governatore – prevenire le crisi di solvibilità, facilitare ristrutturazioni trasparenti e legare ogni intervento a riforme capaci di accrescere la crescita potenziale. La solidarietà, insomma, non è un lusso morale, ma una condizione di equilibrio. Non è un residuo del passato, ma una bussola per il futuro.

Panetta ha chiuso con un avvertimento: ignorare il principio di solidarietà significa preparare nuove fratture. Le economie avanzate non si salvano se il resto del mondo sprofonda. La finanza, se vuole tornare ad avere un volto umano, deve riconoscere che ogni credito — piccolo o grande, locale o globale — è in fondo un atto di fiducia nella civiltà.