«Certamente l’aspetto negativo delle pulsioni di morte appare evidente. Ma quello che è stato troppo poco sottolineato, fino ad essere ciecamente contestato, è il carattere distruttivo presente nelle stesse pulsioni di vita, in quanto esse non rispettano l’altro da sé, in particolare l’altro della differenza sessuale. Se Freud è arrivato, alla fine della sua vita, a un tale pessimismo sull’avvenire della cultura, se la psicoanalisi ha prodotto degli effetti assai problematici nelle relazioni private e collettive, è perché Freud non parla che della sessualità maschile arcaica, e perché limitarsi a un solo polo della differenza sessuale vuol dire limitarsi al caos del desiderio primitivo precedente a ogni incarnazione umana. L’uomo di Freud somiglia all’Urano della mitologia greca, il quale non ha altro desiderio che quello di praticare senza interruzione l’incesto, non vuole che dai suoi accoppiamenti nasca prole, e non per virtù, ma per gelosia, poiché dei figli limiterebbero l’indeterminatezza del suo potere e la sconfinatezza della sua seduzione». Così scrive Luce Irigaray, psicoanalista e filosofa, fra le maggiori pensatrici della differenza, figlia di quell’Università di Lovanio (Belgio) che è fra i fari più luminosi della cultura cattolica di tutti i tempi.
Un commento alle immagini rubate
Quale miglior commento alle immagini rubate di donne postate in rete con commenti ignobili? È ora di insorgere, con la consapevolezza che si tratta di una battaglia cruciale. Quale futuro immaginiamo per noi e per le prossime generazioni? Un mondo ancora caratterizzato da un dominio maschile primitivo, cieco e sordo, magari fatto proprio anche da una porzione dell’universo femminile, oppure un mondo liberato, per ciascuna e per ciascuno? L’emancipazione, tra l’altro parziale, non basta. La lotta delle donne si pone al crocevia fra parità e differenza.
Quelle frasi indegne, prive di rispetto, di ragione e di sentimento, quelle foto, inautentiche già per il fatto di esser state postate senza il consenso di coloro che venivano ritratte, dovrebbero infrangere steccati e barriere e suscitare una mobilitazione generale. Non basta essere un marito, un conoscente o un fidanzato, non basta esser maschio per poter disporre dei corpi e del volere di migliaia di umani.
Differenza e uguaglianza
E tutto ciò dovrebbe spronarci a superare l’astratta contrapposizione tra femminismo della differenza sessuale e visioni “gender”, volte a distinguere tra sesso, inteso come dato biologico, e genere, concepito come fenomeno assai più articolato e complesso. Le pensatrici e i pensatori della differenza sessuale, in realtà, fungono da apripista al riconoscimento della differenza tout court, di ogni differenza. Non è concepibile una battaglia per l’uguaglianza senza prendere sul serio le differenze. Così, il riconoscimento degli universi maschile e femminile rappresenta il primo passo per riconoscere l’intero arcobaleno.
E qui concludo con i miei piccoli versi su quei bruti del web, e non solo di esso:
«Quei bruti / insultano in rete / l’umanità intera, / non aman neppure se stessi / ciechi alla bellezza / di fidanzate compagne amiche / e di tutte le altre, / forti solo delle proprie miserie, / indegni del consesso civile».