Quel Muro che farebbe del Friuli una piccola Ungheria

In Europa si sono manifestate alcune indecorose brutture.

I muri non sono mai stati un modello per separare, semmai sono utili per costruire case. Chiunque dovesse immaginare di risolvere i problemi erigendo barriere fisiche dovrebbe, innanzitutto, superare quelle che ha più o meno involontariamente costruito nella propria mente. In fondo, l’uomo è caratterizzato per proporre ponti, varchi, sentieri, autostrade.

Quindi, da qualsiasi parte provenga una idea insolita, come quella all’inizio citata, è meglio metterla subito in naftalina o, meglio ancora, farla scomparire nell’oblio.

Per imitazione si può anche commettere qualche imprudenza e indulgere in qualche errore. Negligenze, entrambe, riparabilissime. Lo stesso Donald Trump, dopo aver sbandierato ai quattro venti una biblica costruzione a difesa delle sue ricche terre, ha incontrato una intensissima resistenza della gran parte del popolo Statunitense e lui stesso è sembrato vacillare.

In Europa si sono manifestate alcune indecorose brutture. Faccio riferimento a quello che è apparso in Ungheria e in alcuni confini Balcanici. Non è questo un esempio né da pensare né tantomeno da imitare.

A volte, l’esagerazione ideologica e il momento di un infernale calore estivo, può capitare di incappare in qualche scivolone di troppo.

I giornali, ma la stessa tv, in forma diretta, hanno riportato le idee di Matteo Salvini, affiancate prontamente dal Presidente Massimiliano Fedriga, di fare anche nei confini tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia un muro risolutore. Nulla di più fallace. Sarebbe una pietosa ricerca, del resto infruttuosa, di risolvere un problema che dovrebbe invece trovare il suo dissolvimento alla radice e non certo nel tratto terminale del fenomeno emigrazione.

Da quanto si capisce, però, Fedriga sembra aver ammorbidito il proclama iniziale. Oggi, sembra più volto ad intensificare la presenza di forze dell’ordine dispiegate lungo il tracciato confinario. Non è che questo impedirà e tamponerà la cosa, ma almeno fa registrare una virata radicale rispetto all’insidiosa e vuota, quanto inconcludente, idea della barriera fisica.

Sapendo che la Lega è l’unico partito vigente che registra ancora una struttura piramidale, in cui il vertice offre il verbo, è evidente che ciò che dice Salvini non viene mai messo in discussione e la sua favella è una favella quasi religiosa. Conoscendo personalmente il Presidente Fedriga, so che lui è animato da un impasto umanamente gradevole: non è aggressivo, è alla mano, parla con tutti, non è altezzoso, non gli sembra di essere il Re sul trono, ma anche lui deve fare i conti con la struttura del suo partito, per questo so quanto sia in tensione quando tratta di questi argomenti. Non a caso, nei fatti, dopo quei proclami sembra essere calato un silenzio e l’asse operativo si sia orientato a una prassi più moderata e meno chiassosa.

Auguro pertanto, al Presidente Fedriga, non certo di abiurare, perché non si deve mai pretendere una simile finalità, ma nel suo silenzio custodisca una idea che non ci faccia in alcun modo assomigliare a Viktor Orban.