L’intervento della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’Onu è destinato, al netto di chi è pregiudizialmente contraria all’azione della Premier, a segnare il cammino politico della sua permanenza a Palazzo Chigi. Anche alla luce del dibattito divampato in questi ultimi tempi attorno alla concreta gestione della immigrazione, occorre prendere atto, piaccia o non piaccia, che le riflessioni e le stesse proposte avanzate dalla Premier in sede internazionale – a livello europeo come a livello mondiale – non sono banalmente da archiviare. Perché si tratta di riflessioni che, il più delle volte, colgono nel segno e, al contempo, sono largamente condivise da molti leader politici degli altri paesi.
Dopodiché, com’è evidente a tutti, c’è la concreta gestione delle singole politiche. A cominciare, anche e soprattutto, dalle politiche dell’immigrazione. Però, anche su questo versante, è forse arrivato il momento per bandire definitivamente la propaganda e la sola speculazione. Come quella che viene quotidianamente avanzata dalla Schlein o, peggio ancora, strumentalizzata dal populismo dei 5 Stelle.
Il nodo della questione non è solo quella di predicare principi astratti e poi disinteressarsi radicalmente della gestione concreta della situazione. Il vero nodo da sciogliere, semmai, resta quello di come saper coniugare realisticamente il principio dell’accoglienza con quella, ancor più importante, del governo reale dell’immigrazione nei territori periferici. Ed è proprio su questo versante che si gioca la partita della gestione e del governo dell’immigrazione. Perché nessuno, comprensibilmente, mette in discussione il fenomeno globale dell’immigrazione. Ma pochi, almeno nel nostro paese, accendono i fari su come si può far scendere a terra in modo realistico e pragmatico l’accoglienza senza violentare i singoli territori. Come, puntualmente, sta capitando registrando il comportamento concreto di alcuni partiti della sinistra radicale e populista.
Insomma, il capitolo dell’immigrazione sarà sempre più destinato a condizionare la competizione politica. Anche e soprattutto nel nostro paese. Ma la partita politica su questo tema – difficile e anche drammatico – sarà vinta, probabilmente, solo da coloro che sapranno coniugare una doverosa e credibile accoglienza con chi si pone, non qualunquisticamente, il problema del governo sul territorio della stessa immigrazione. Il resto appartiene solo al mondo delle chiacchiere e della propaganda spicciola.