Giovedì scorso ho atteso con una certa ansia la sentenza della Corte costituzionale in tema di “ammissibilità del referendum elettorale Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica”, presentata da otto Consigli regionali (Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Liguria). Sono stato così deluso dalla sentenza della Consulta che ha dichiarato “inammissibile” la richiesta di referendum “per l’assorbente ragione dell’eccessiva manipolatività del quesito”.

Io avrei preferito che gli italiani avessero potuto esprimersi in tema di sistema elettorale rispondendo alla domanda se sia meglio il maggioritario o il proporzionale. Coloro che hanno preparato il quesito non sono stati evidentemente dei bravi scultori, considerato che il quesito di un referendum abrogativo è il frutto appunto di un opera di scultura su un testo di legge, in questo caso ordinaria, o meglio di un lavoro di taglio di parole e punteggiatura.

Se fossero stati più bravi forse gli italiani avrebbero dovuto ragionare su due quesiti: quello del citato referendum abrogativo e quello del referendum sulla legge costituzionale sul taglio dei parlamentari.  Essendo contrario sia al sistema maggioritario sia al taglio dei parlamentari io avrei fatto campagna per due NO. 

A questo punto gli italiani, invece,  dovranno ragionare soltanto sulla bandiera del M5s e cioè sulla riduzione del numero dei parlamentari e scegliere tra un SÌ e un NO.

Chi vincerà? Credo che nessuno, proprio nessuno, ad oggi lo possa prevedere e sarebbe bene attendere l’esito del referendum, che si terrà nella prossima primavera.

L’attuale maggioranza invece sta discutendo di un’ipotesi di legge elettorale proporzionale, ma calibrata come se dovessero vincere i SÌ. Io ed alcuni amici, venerdì prossimo a Milano, davanti a un notaio, costituiremo il Comitato popolare per il NO al taglio dei parlamentari. E da sabato prossimo inizierà la nostra campagna referendaria per il NO.