Da qualche giorno mi frulla in testa una preoccupazione: è possibile che perdiamo tutti al prossimo referendum con gravi conseguenze per il nostro futuro?
Si. Mi spiego.
La clamorosa rimonta del NO comunque finisca ha cambiato il significato dell’astensionismo!
Fino a quando si pronosticava una passeggiata trionfale del SI la percentuale dei votanti non aveva un particolare significato politico perché era legittimo pensare che molti – in entrambi gli schieramenti- anche in considerazione delle preoccupazioni pandemiche si sarebbero astenuti considerando “l’inutilità” del voto, atteso l’esito scontato.
Con la rimonta del NO tutto cambia perché ogni voto in entrambi gli schieramenti si carica di utilità estrema.
Di conseguenza la percentuale dei votanti su un tema di rilevanza costituzionale ci dirà quanto del Paese reale è ancora collegato al suo sistema politico.
In una democrazia vitale dovremmo aspettarci il 90%; in una in buona salute almeno il 70%.
Dunque è chiaro che se i votanti scendono sotto il 50% il risultato, oltre il si e il no, sarà chiaro. E cioè che il Paese non c’è più, che tutti abbiamo perso.
Un motivo in più per andare a votare e sappiamo come!
Un caro saluto a tutti. Ci risentiamo lunedì pomeriggio.