I partiti sono in una fase di totale schizofrenie. Escluso qualcuno: 5Stelle e i Radicali, tutti gli altri subiscono un’intima rottura tra ciò che dicono, ciò che vogliono e che fanno e faranno.

Mi riferisco al referendum del 20 e 21 settembre.

Fissi al palo sono i due partiti menzionati, il primo ossificato sul SI; il secondo coriaceo sul NO.

Che cosa accade nelle altre famiglie? Innanzitutto non c’è deputato e senatore che intenda falciare l’erba su cui cammina. È ben vero che hanno votato nella quarta e ultima lettura tutti, indistintamente, SI, ma in cuor loro, con alta probabilità, soggiornava qualche altra idea.

Oggi, siamo arrivati al redde rationem. Non si scherza più. Alcuni si sono anche manifestati nella loro dissociazione tra ciò che hanno votato e ciò che di fatto vogliono. Altri, invece, covano ciò che non vogliono assolutamente manifestare. Pertanto i partiti vivono questa disgrazia interna. Difficilmente daranno indicazione di voto in forma esplicita, più furbescamente si manterranno dietro le quinte, come dei coniglietti.

Ad esser sinceri, però, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si sono fatti sentire senza più incertezze. La Meloni mantiene la posizione assunta in Parlamento, da indicazione di votare SI; Berlusconi, si è risolto per la parte opposta.

Quelli che invece tentennano e non fan sentire apertamente ed inequivocabilmente il loro indirizzo di voto, sono Nicola Zingaretti e Matteo Salvini. Cito solo queste due espressioni perché sono quelle che contano. Non intendo soffermarmi sulle barchette da fiumiciattolo: Renzi, la sinistra e altri cespuglietti. Tanto quest’ultimi, non avranno alcuna capacità incisiva.

Credo che quindi il dramma si giochi all’interno dei due grossi partiti. Conflitti non da poco. Perché la stragrande maggioranza degli attuali deputati e senatori vivono l’incertezza di un restringimento delle possibilità future. E questa tragedia la trovano insopportabile.

Ci sono ancora due settimane abbondanti per comprendere come si scioglierà l’impero attuale dell’incertezza. Misureremo il 18 sera l’evoluzione avvenuta nel corpo di questi partiti. Daremo alla fine un voto al coraggio o all’inettitudine che li definirà prima del voto referendario.