Regionalismo differenziato, l’errore storico della Lega di Salvini.

La maggioranza di governo abbia il coraggio di accettare lo slittamento dell’approvazione del ddl Calderoli a dopo le elezioni europee, così per correggerne l’impostazione ed evitare anche rischi di incostituzionalità.

Alla fine, l’insistenza nella determinazione ad approvare a qualunque costo la “propria” riforma dell’autonomia differenziata e ancora di più l’accelerazione impropria imposta all’iter parlamentare in modo che si possa concludere prima del voto per il parlamento europeo, così da consentire alla Lega di Salvini di alzare una specie di trofeo da mostrare ai propri seguaci, hanno provocato qualche giorno fa una presa di posizione da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.  Più che la natura di un “avviso ai naviganti” ha assunto il tenore ed il contenuto – per dirla con un termine inglese che è stato già usato – di un vero e proprio warning, vale a dire: di un avvertimento istituzionale sulla riforma, che dovrebbe indurre tutte le forze di governo, a cominciare da quella della premier, a valutare bene i propri passi. Perché, come testualmente ha detto Mattarella, “lo sviluppo dell’Italia ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno” ed “una crescita equilibrata e di qualità del Sud” assicurerebbe “grande beneficio all’intero territorio nazionale”. Non solo. Ma, come è noto, il profilo identitario della nostra Repubblica ci indica un modello istituzionale proiettato verso la coesione e la solidarietà che implica l’unità giuridica ed economica della comunità, l’eguaglianza dei diritti di cittadinanza, il rispetto della democrazia rappresentativa.

Prima di correre il rischio di rompere questi equilibri ordinamentali, dunque, è necessario riflettere bene su quali siano le condizioni che possano giustificare una tale iniziativa. Non, però, sulla base della libera interpretazione di questa o quella forza politica ma secondo l’indirizzo politico-costituzionale contenuto nella Carta fondamentale che, purtroppo, finora è stato completamente negletto sia da parte dei fautori che dei contrari all’autonomia differenziata.

 

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