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mercoledì, 10 Settembre, 2025
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Resilienza Brics: un multipolarismo che l’Occidente non può più ignorare

Il Sud globale è come l'erba dura di fronte a venti forti. Dal vertice straordinario online dei Brics non solo critiche ai dazi, ma prova di una nuova soggettività politica.

Il vertice straordinario online dei Paesi Brics, tenutosi ieri l’altro, 8 settembre 2025, su iniziativa della presidenza di turno brasiliana, costituisce una conferma, una settimana dopo il vertice Sco (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) di Tianjin, del ruolo globale assunto con continuità da organizzazioni internazionali non occidentali. Più che stupirci, o addirittura allarmarci, probabilmente dobbiamo metterci in un ordine di idee più aderente alla realtà del mondo attiale, per il quale sembrano rivelarsi inadeguate molte categorie tradizionali, come quelle di nord-sud, est-ovest. Siamo entrati in un mondo dove. in qualche modo, tutto il mondo si proietta e si fa sentire in ogni angolo particolare del pianeta, con una interdipendenza fra il tutto e le parti oramai irreversibile.

In questa luce si può cogliere il messaggio poliedrico di questo vertice virtuale. Intanto, si deve esser consapevoli che quando si riuniscono e si consultano con regolarità i rappresentanti di quasi la metà della popolazione mondiale, con circa il 30% del pil globale, un quinto del commercio mondiale, e con la mggior concentrazione di risorse naturali ed energetiche, si è di fronte a una iniziativa politica che va considerata nella sua giusta importanza. Altrimenti chi minimizza le iniziative degli altri sulla scena globale, espone la propria parte al rischio dell’auto isolamento.

Per la cronaca al Vertice Virtuale hanno partecipato i numeri  uno di Brasile, Cina, Egitto, Indonesia, Iran, Russia e Sudafrica, nonché il Principe Ereditario degli Emirati Arabi Uniti, il Ministro degli Esteri dell’India e il Vice Ministro degli Esteri dell’Etiopia.

In una nota della Presidenza Brics, detenuta dal Brasile, al termine del summit, si ribadisce l’impegno dei dieci Stati Brics a preservare e rafforzare il multilateralismo, nonché a riformare le istituzioni internazionali di fronte alla crescente instabilità globale, sia economica che politica.

La riunione ha anche offerto l’opportunità di condividere opinioni su come affrontare i rischi associati alla recrudescenza di misure unilaterali, anche nel commercio internazionale, pur senza un esplicito riferimento alla politica dei dazi di Trump, e su come ampliare i meccanismi di solidarietà, coordinamento e commercio tra i paesi Brics.

Quest’ultimo punto è stato sviluppato in particolare dal presidente cinese Xi Jinping nella convinzione che il rafforzamento della collaborazione fra Paesi Brics possa avere delle ricadute positive sul mondo intero. D’altra parte, ha osservato il leader cinese, ricorrendo a un antico proverbio cinese, “i venti forti rivelano l’erba resistente” – risalente a un dialogo tra l’Imperatore Guangwu (5 a.C. – 57 d.C.) della Dinastia Han e uno dei suoi generali, Wang Ba – sono proprio le sfide di un mondo turbolento che forgiano la cooperazione dei Brics.

Da non sottovalutare anche il fatto che nel vertice online, i dieci Brics si sono scambiati opinioni in preparazione dell’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite ( del 23 settembre), della COP-30 (Belém, a partire dal 6 novembre) e del Vertice dei leader del G20 (22-23 novembre a Johannesburg). Insomma, vi è stato un confronto e, dove possibile, un coordinamento sui principali dossier globali.

Aspetti da tener presenti per impostare nel modo giusto le relazioni sia con i singoli Paesi membri che con il Coordinamento Brics. Aspetti che suggeriscono che non è più il tempo di disporre, ordinare, esigere (come purtroppo  continua ad accadere sfiorando l’autolesionismo quando non anche il ridicolo) ma è il tempo piuttosto di un confronto franco, a schema dritta, in piena autonomia, con tutti gli interlocutori significativi che si occupano del bene comune della comunità umana.