Richiedesi primario da Nobel

Le condizioni economiche dimostrano, ogni giorni, quanta pesantezza gravi sul nostro presente e sul nostro prossimo futuro.

Mi sto chiedendo fino a quando il popolo italiano accetterà questo stato di cose che sembra condurci alla rovina. Non credo di essere eccessivo perché, sentendo commenti provenienti da tutte le parti, facciamo pure la tara che alcuni lo facciano per partito preso, ma vista la vastità che converge su questa preoccupazione relativa agli atteggiamenti politici espressi da esponenti del governo nazionale, non si può non pensare che qualche verità veleggi all’interno di questa marea crescente.

Le condizioni economiche dimostrano, ogni giorni, quanta pesantezza gravi sul nostro presente e sul nostro prossimo futuro. Intrecciando confusione politica con fragilità economica, viene fuori un micidiale piatto al curaro.
Che cosa mai esprime tutto questo malessere?
Non può essere solo una sorta di imbecillità politica, almeno così io penso. Ci deve essere qualcosa di più profondo che è capitato e quanto si sta manifestando dovrebbe essere il sintomo di una rottura nel cuore dell’essere del nostro Paese. Non posso spiegarmi diversamente questi segnali così preoccupanti e, soprattutto, da molti anni non si intravveda una terapia che li sovverta, che li guarisca.

Amaramente devo considerare il male che, entra con questa violenza sulla scena con segnali così intensi e a tutti quanti visibili, un male di struttura. Come se il al nostro Paese si fosse incrinata l’ossatura di fondo del suo essere. Quindi, non si può stare solo a trovare rimedi immediati sul piano di superficie e quindi criticare Di Maio, criticare Di Battista, criticare Renzi e altri soggetti che negli ultimi tempi, sono apparsi sulla scena ma analizzare quell’oscuro male che ho definito male di struttura, senza un’analisi e un rimedio su quel piano. Perché domani, risolto il caso Di Maio, come è stato risolto il caso Renzi, riemergerà senza alcuna incertezza, un personaggio con le stesse fattezze.

Quindi, al Paese si deve chiedere un ripensamento globale della sua intelaiatura etico, politica ed economica che permetta, se ancor possibile, di uscire non dal raffreddore momentaneo ma da una malattia che sembra averne intaccato gli organi più delicati del suo corpo.