Riforma costituzionale, Meloni copia Renzi ma senza minaccia di dimissioni.

La riforma costituzionale modifica un asse portante dell’assetto democratico. La Meloni ha voluto spiazzare i critici della sua manovra finanziaria. Non è un atto ascrivibile ad una logica di correttezza istituzionale. 

Non è il momento più opportuno, in fase di bilancio e di finanziaria ci si attiene allo sforzo di spiegare le ragioni delle scelte e non si presentano progetti di grande portata.Meloni ha sbagliato il tempo. Poteva aspettare gennaio per lanciare la sua idea. Come mai a inizio novembre? Vuole forse deviare lo sguardo degli italiani? È un sospetto che non posso non rilevare. La riforma Costituzionale è pur sempre uno degli aspetti più salienti della vita di un Paese.

Se poi, come quella lanciata dalla Meloni modifica un asse portante dell’asseto democratico, allora merita di essere esaminata in un altro momento. Ma lei, ha inteso fare la mossa di cavallo, spiazzando i critici della sua manovra finanziaria. Non va bene. Non è un atto ascrivibile ad una logica di correttezza istituzionale.

Presa in se stessa, questa idea è quanto meno bizzarra. Non in linea con il portato culturale dei padri Costituenti che hanno inteso definire la nostra democrazia mettendo al centro la vocazione Parlamentare del nostro ordine istituzionale. Meloni vuole cancellare questa  impronta, questa nobile  impronta. Perché sposta lattenzione sul premierato, togliendo potere al Parlamento e così anche al Presidente della Repubblica.L’iter Parlamentare sarà lungo. Quattro letture. Il centro destra riuscirà a vararla. Ma non avrà i due terzi dei parlamentari richiesti per metterla in atto. Tra due o tre anni saremo chiamati al referendum. Come capitò il 4 dicembre del 2016 a Renzi, succederà anche alla Meloni. Con l’unica differenza che la Meloni ha dichiarato che nel caso in cui perdesse il Governo continuerà la sua funzione.

Cosa ne pensate?

 

 

[Il testo, con il titolo “Tempo inopportuno”, è tratto dal blog dell’autore]