Il Canada ha confermato la volontà di entrare nel programma europeo di difesa SAFE, segnando un passaggio rilevante nella cooperazione transatlantica. Come riportato da Askanews, il ministro canadese della Difesa, David McGuinty, ha dichiarato:
«Ci è stato permesso di entrare in una tenda, la tenda dell’Unione Europea… Abbiamo negoziato il nostro ingresso in questa tenda per costruire questa relazione e partecipare a grandi opportunità di appalto. I dettagli in termini di costi e percentuali sono in fase di definizione. Saranno definiti.»
E ancora: «Non ci vorrà molto tempo. Ho trascorso cinque anni a esercitare la professione di avvocato europeo in Europa, e non ho mai visto un accordo di questo tipo concretizzarsi così rapidamente. Credo che dovremmo sentirci tutti molto incoraggiati.»
investimenti comuni e coordinamento industriale
SAFE (Security Action for Europe) nasce con l’obiettivo di rafforzare le capacità difensive dell’Unione attraverso una logica di investimenti comuni, appalti coordinati e integrazione industriale.
Non si tratta di un semplice fondo: la Commissione intende ridurre la frammentazione tra gli Stati membri, sostenere le filiere europee e aumentare la capacità di risposta alle crisi. Il programma rappresenta un cambio di paradigma: la difesa non solo come competenza nazionale, ma anche come ambito condiviso di politica economica e tecnologica.
La posizione canadese e il valore del precedente
La scelta di Ottawa non mette in discussione la NATO, ma aggiunge un ulteriore livello di cooperazione. Per il Canada, l’accesso a SAFE significa partecipare alle procedure europee di appalto e contribuire alla costruzione di capacità congiunte.
Per l’UE, accogliere un partner extra-europeo nel perimetro di uno strumento concepito per sviluppare l’autonomia industriale non è un gesto episodico: introduce un precedente.
La difesa europea non diventa un blocco contrapposto agli Stati Uniti, ma mostra di potersi strutturare come interlocutore responsabile, non una semplice dipendenza della filiera americana.
Un equilibrio da costruire, con prudenza
Il quadro che si profila non cancella la centralità della NATO né mette in discussione il ruolo di Washington nei dispositivi strategici e nucleari.
Tuttavia, l’apertura a Ottawa suggerisce una prospettiva più matura: la sicurezza occidentale può poggiare su più pilastri, non su un solo centro decisionale e industriale. In questo senso, la “tenda” evocata da McGuinty è efficace: non un recinto rigido, ma uno spazio regolato, nel quale l’Europa offre strumenti e non mera subordinazione.
Da questo equilibrio dipenderà la capacità dell’UE di assumere responsabilità proprie, valorizzando competenze e alleanze senza rinunciare alla cooperazione storica con gli Stati Uniti.

