Nonostante l’annunciata retromarcia da parte del ministro Luigi Di Maio i Salesiani esprimono preoccupazione per l’irragionevolezza della manovra che rischia di far collassare una parte importante del non profit. “Si ha l’impressione di una situazione di non piena comprensione della materia, forse scelte frettolose e mal concepite.
L’inversione annunciata a voce da esponenti autorevoli del Governo e che dovrebbe concretizzarsi a gennaio 2019 ci auguriamo possa fare la giusta chiarezza e consentire di poter operare ancora con le persone più fragili ed escluse. I poveri non portano reddito ma fruiscono dell’utile che il non profit produce”, afferma don Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il sociale. “L’intenzione del Governo di tagliare lo sconto dell’Ires agli enti non profit rischia di dare una seria spallata a chi ogni giorno combatte il disagio e la povertà di tanti uomini e donne”, avverte.
“Chi si occuperà dei nostri fratelli più poveri se gli enti non profit saranno costretti a chiudere? Chi allevierà il peso che grava sulle spalle di tanti ragazzi, giovani e adulti in difficoltà per cause diverse?”, si chiede don Carmine Ciavarella, incaricato nazionale del settore emarginazione e disagio giovanile e attività socio-educative dei Salesiani in Italia. Di qui l’auspicio che “le recenti dichiarazioni di Di Maio trovino riscontro nella realtà e che venga ripristinato lo sconto sull’Ires per permettere così agli enti non profit di aiutare tanti nostri fratelli a sentirsi meno soli e più esseri umani”.