Sangiuliano e la donna di Pompei: la leggerezza del potere.

C’è gente che desidera mettersi in luce esaltando requisiti scarsi o inesistenti. C’è poi gente con titoli perfettamente in ordine che sgomita per avere un momento di notorietà. Per questo occorre prudenza.

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano deve avere il culto della attenzione e su come meglio procedere nella sua esperienza di governo. Sembra sia caduto adesso in un brodo di coltura sfavorevole al suo prestigio. Gli viene contestato di essersi circondato di una donna che si sarebbe spacciata per una sua consigliera, con tanto di incarico ministeriale, che spesso è apparsa negli incontri in cui è stato istituzionalmente presente.

Sono seguite le sue smentite mentre la donna, Maria Rosaria Boccia, ha ribadito al contrario di essersi mossa in virtù di incarichi che le sono stati ufficialmente conferiti. La questione di sostanza, oltre i formalismi, non è se per i diversi viaggi del Ministro, i soldi dei contribuenti siano serviti, o meno, anche a supportare le spese di trasferimento della donna. Il punto di maggiore rilevanza sembra essere piuttosto un altro.  Si tratta di capire se il Ministro, nella confusione delle dichiarazioni a sua giustificazione e nelle repliche della Boccia, meriti di essere bocciato per una mancanza di prudenza, posto che sembra siano circolati anche documenti riservati che, tra un viaggio ed un altro, la donna non avrebbe mai dovuto visionare.

Su questo l’opposizione sta montando un caso cercando di usare la questione come un boccino per far saltare uno dei membri della compagine alla guida del Paese e poi festeggiare semmai facendo bisboccia. Per quanto si legge sembra che la Boccia sia persona che abbia un paio di lauree a corredo conseguite con università oggi di gran moda, oltre che vantare una attività familiare di commercio in quel di Pompei. I contestatori pompano aria sul fuoco che cova sotto la cenere della diatriba in corso ed il fatto non accenna a placarsi. Prima o poi si arriverà ad un chiarimento.

Da quelle parti c’è una parola del dialetto che può essere utile per rendere nitida la situazione. “Traseticcio” è colui che non essendo invitato marca la sua presenza in una determinata situazione, entra in un contesto non essendo invitato. Potremmo aggiungere che ha la smania di apparire, di inventarsi un ruolo, di mostrarsi tra quelli che fanno parte di una situazione anche se gli spetterebbe, in caso eventuale, solo una parte assai marginale, si potrebbe dire di semplice contorno. Può darsi, ma non è detto, che sia stato questo l’atteggiamento della Boccia che forse ha smaniato per riconoscersi una visibilità in un certo mondo.

Il mondo politico è pieno di gente che desidera mettersi in luce anche esaltando requisiti scarsi o inesistenti. È pieno anche di gente che pure con i titoli perfettamente in ordine sgomita per avere un momento di notorietà. Per questo occorre un massimo di prudenza che argini certe umane pruderie.

Qui non si tratta di aver messo in luce la pompeiana insula dei casti amanti, di una storia tra un Ministro ed una sua collaboratrice. Qui è piuttosto richiesta una massima accortezza quando si compone un cast di collaboratori utili alla propria azione istituzionale, mettendo innanzitutto e in via preventiva le carte in ordine. Su questo storicamente c’è sempre un Capo di Gabinetto che dovrebbe saper bene vigilare, suggerire e provvedere.

Tra accedere ad ambiti riservati e rovinare in un ascesso che infiammi le carni vive del governo il passo è breve. Il Ministro dichiara che era ipotizzata la nomina della Boccia Consigliere a titolo gratuito per i grandi eventi, mai poi concretata a seguito di perplessità sollevate appunto dalla struttura ministeriale.

Resta il fatto che la Boccia, in modo formale o informale, pare fosse in carne ed ossa spesso e volentieri a corredo dello staff del Ministro.

C’è confusione. Il Capo del Dicastero alla Cultura porta il fardello, quanto ad identità, di due Santi. Stando al cognome, di San Giuliano se ne contano almeno una dozzina, oltre ad un paio di beati. La confusione è tanta ma forse quella che potrebbe più facilmente appuntarsi al Ministro è quella di San Giuliano “l’ospitaliere” che per riparare al fatto di aver ucciso i genitori, passò il resto dei suoi giorni ad offrire assistenza a viandanti e pellegrini.

Sarà forse per questo che il nostro Ministro forse mosso ad attenzione per una donna, che chiedeva un piccolo ruolo nel mondo, le ha concesso per buon animo uno spazio senza stare troppo a ricamarci sopra.

L’opposizione ha poco da sbraitare chiedendo la testa del Ministro. Non dimentichi che qualche tempo fa venne fuori un episodio relativo ad un giornalista con il ruolo di capo segreteria di Sandro Gozi, al tempo Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del Governo Renzi. La persona, peraltro, era anche consulente dell’allora Sindaco di Firenze Nardella. Venne poi fuori che il soggetto in questione, per quanto si legge, aveva millantato una laurea mai conseguita e che il suo curriculum non era pertanto veritiero. Anche per i forcaioli occorre ricordare che la prudenza non è mai troppa.