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martedì, Febbraio 11, 2025
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Sanità e autonomia differenziata: una salute a due velocità?

Le deputate di Azione, Onori e Bonetti, hanno incalzato alla Camera il ministro Calderoli sull’incapacità del sistema sanità, ove fosse ancor più regionalizzato, di garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini.

La questione dell’autonomia differenziata, tanto dibattuta, rischia di avere un impatto devastante su un settore cruciale come la sanità, già oggi afflitto da evidenti disuguaglianze territoriali. Le deputate di Azione, Federica Onori ed Elena Bonetti, hanno lanciato un allarme durante il Question Time alla Camera, incalzando il ministro Roberto Calderoli su uno dei nodi più critici: l’incapacità dell’attuale sistema sanità, ove fosse ancor più regionalizzato, di garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini italiani, come sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

Le due parlamentari hanno denunciato come l’autonomia differenziata, applicata a materie di rilevanza nazionale, possa amplificare inefficienze, sprechi e disuguaglianze, portando l’Italia verso un sistema sanitario ancora più frammentato. “L’attuale assetto della sanità non è sufficiente: serve una regia nazionale”, hanno sottolineato, evidenziando il rischio che il divario tra Nord e Sud, già evidente, si trasformi in un abisso insormontabile.

Un punto chiave del loro intervento ha riguardato il fascicolo sanitario elettronico (FSE), progetto cruciale del Pnrr, pensato per centralizzare e armonizzare la raccolta dei dati sanitari su scala nazionale. Bonetti e Onori hanno espresso preoccupazione per i ritardi nell’implementazione e per la mancanza di coordinamento tra le Regioni: “Non abbiamo contezza di come stiano procedendo le Regioni che devono adottarlo”. Il fascicolo sanitario, se reso operativo, potrebbe garantire continuità assistenziale, riduzione degli errori medici e un uso più efficiente delle risorse, ma la sua frammentata attuazione ne compromette l’efficacia.

Di fronte alle loro domande, lo stesso ministro Calderoli ha riconosciuto la necessità di un coordinamento centrale per la raccolta dei dati, un’ammissione che evidenzia come la frammentazione delle competenze sia uno degli ostacoli principali a un sistema sanitario equo e funzionale.

Con il loro intervento incisivo, Bonetti e Onori hanno riportato al centro del dibattito una questione cruciale: la sanità come diritto universale, che non può essere subordinata a interessi localistici. “L’autonomia differenziata non deve diventare un pretesto per penalizzare ulteriormente i cittadini, come già avvenuto in passato”, hanno ammonito.

Mentre si discute di autonomia, le deputate di Azione ricordano che è in gioco molto di più: l’idea stessa di un’Italia in cui ogni cittadino, ovunque risieda, abbia pari accesso alla salute. E, come hanno ribadito, non ci si può permettere di sprecare le opportunità offerte dal Pnrr per modernizzare e unificare il sistema sanitario. Perché la salute non è solo un diritto individuale, ma un pilastro della coesione sociale del Paese.