Un manifesto per il futuro della casa comune: è l’obiettivo del seminario “L’avvenire della casa comune”, voluto dai promotori della campagna “Chiudiamo la forbice”. Dalle diseguaglianze al bene comune: una sola famiglia umana. Appuntamento il 20 dicembre a Roma presso la Domus Mariae.
Azione Cattolica
Per cinque anni una ventina di realtà cristiane – tra queste l’Azione cattolica – si sono impegnate in una campagna – intitolata Chiudiamo la forbice – per denunciare le crescenti diseguaglianze globali in tutti i settori della vita (economiche, territoriali, educative, sociali…) e offrire riflessioni e strumenti per pensare un nuovo paradigma alla luce dell’enciclica Laudato si’.
L’attuale momento storico ci interroga e ci invita a fare ancora di più
Con il perdurare di una difficile situazione sanitaria globale in conseguenza della pandemia ancora in atto, con la guerra in Ucraina e i conflitti armati nel resto del mondo che ribadiscono la fragilità delle relazioni internazionali, con la crisi energetica-economica che sembra attanagliare le famiglie più povere, i promotori di “Chiudiamo la forbice” vogliono provare a leggere i “segni dei tempi” per capire quali segnali forti emergono e quali scenari-indicazioni individuare per il futuro.
Consapevoli, allo stesso tempo – è innegabile -, che la pandemia, la guerra e lo spettro di una recessione economica mondiale determinino un’incertezza sul futuro che, oggi, sembra compromettere alcuni degli stessi principi costituzionali su cui poggia la Repubblica.
Il contesto internazionale, infatti, mette in tensione i valori e le finalità costituzionali con la vita reale – economica e sociale – delle persone: a partire dal principio di uguaglianza sostanziale che – come Chiudiamo la forbice non ha mai smesso di sottolineare – è sempre più compromesso; sembrano poi mancare i mezzi per dare sostanza al diritto al lavoro e a un lavoro dignitoso, ma anche alla tutela dell’ambiente e delle generazioni future, che recentemente hanno fatto il loro ingresso nella Carta costituzionale (con legge costituzionale n. 1 del 2022 che ha modificato gli articoli 9 e 41).
Consapevoli, altresì, che il grande tema della diseguaglianza – vale la pena ricordarlo – è anche il decimo obiettivo per lo sviluppo sostenibile stabilito dalle Nazioni Unite. Esso riguarda la diseguaglianza tra i paesi e all’interno delle singole nazioni, e si divide in 10 sotto-obiettivi (target), tra questi promuovere l’inclusione di tutti, creare di canali sicuri e regolati per le migrazioni, adottare politiche fiscali di protezione sociale, regolare i mercati finanziari.
Ciò detto. E in considerazione che ci sono già:
Tre possibili ambiti di intervento contro le diseguaglianze:
“Cibo per tutti”: (in positivo) continuiamo ad appoggiare in continuità con la campagna precedente “cibo per tutti”, la crescita del potere e della capacità organizzativa della piccola produzione contadina, al sud e al nord, contro le grandi fusioni multinazionali che limitano ed impediscono la libertà dello sviluppo umano. Piccola produzione contadina e cittadini consapevoli che adottano i principi dell’agroecologia e fanno scelte di mercato orientate allo sviluppo umano integrale sostenibile, per la custodia della “casa comune”.
“Conflitti dimenticati”: (in positivo) rafforziamo il nostro impegno per informarci ed informare sulle crisi in atto, sulle loro cause, sul loro legame con la dimensione economica e delle diseguaglianze, sulla prevenzione e la risoluzione nonviolenta dei conflitti, che causano morte e degrado ambientale, contrastando la crescita degli armamenti e la concentrazione del potere negli apparati militari-industriali. Servizio civile, operatori di pace, volontariato e attivismo per una cittadinanza che sa costruire percorsi di giustizia e di pace negli scenari di conflitto e di tensione sociale.
“Condividiamo il viaggio”: le migrazioni (in positivo) come occasione per accogliere in comunità solidali, al Sud e al Nord, persone e famiglie che vivono l’esclusione ambientale, sociale, economica e politica, abbattendo muri, comportamenti e strutture di peccato che, invece di proteggere, perpetuano e accentuano le disuguaglianze e lo sfruttamento del pianeta. Promuovere, informare e formare al lavoro, all’imprenditoria sostenibile, a progettare la propria inclusione in cooperazione e comunità, nell’incontro con l’altro e nel rispetto dell’ambiente, abbattendo barriere alla libertà di auto-promozione e alla dignità di ogni persona umana, integrando “tutti gli uomini e tutto l’uomo”.
L’obiettivo è:
Un manifesto per il futuro della “casa comune”
Appuntamento a Roma il 20 dicembre prossimo, insieme ai responsabili delle organizzazioni promotrici di “Chiudiamo la forbice”, per:
a) scrivere un manifesto per il futuro della nostra “casa comune”;
b) impegnarci a promuovere azioni concrete nei prossimi anni che siano coerenti e efficaci.
L’evento è aperto a tutti coloro che hanno il desiderio di mettere insieme le forze.
Mattina
Leggere il tempo in cui viviamo
Modera Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire
10.00 – 11.00
Panel: profili educativi, culturali ed ecclesiali
Don Giuseppe Pizzoli – Direttore di Missio
Giovanni Ramonda – Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII
Don Marco Pagniello – Direttore di Caritas Italiana
Giuseppe Notarstefano – Presidente Azione Cattolica
11.00 – 12.00
Panel: profili sociali, ambientali e politici
Ivana Borsotto – Presidente di FOCSIV
Emiliano Manfredonia – Presidente di ACLI
Pierluigi Sassi – Presidente di Earth Day Italia
Ernesto Olivero – Fondatore del Sermig
Pomeriggio
14.30 – 16.30
Un manifesto per il futuro
Si svolgeranno due momenti laboratoriali durante i quali si chiederà la partecipazione di tutti i presenti per:
a) scrivere un manifesto per il futuro della nostra “casa comune”;
b) impegnarci a ideare azioni concrete che potremo mettere in campo nei prossimi anni insieme.
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