In un clima internazionale segnato da tensioni commerciali e incertezza, l’Unione Europea prova a rilanciare il dialogo con Washington. Ma Bruxelles non nasconde più la preoccupazione.
Davanti alla plenaria del Parlamento europeo, il commissario al Commercio Maroš Šefčovič ha lanciato un severo monito sulle politiche protezionistiche statunitensi, definite “tasse all’importazione ingiustificate” che “danneggiano le aziende, i lavoratori e gli agricoltori dell’Ue e degli Stati Uniti”.
Il riferimento è ai dazi doganali introdotti durante l’amministrazione Trump e ancora oggi in vigore su circa 380 miliardi di euro di esportazioni europee verso gli Usa. Ma il quadro potrebbe aggravarsi: “Se le ulteriori sei indagini in corso portassero all’imposizione di nuovi dazi – ha avvertito Šefčovič – il totale colpito salirebbe a 549 miliardi, ovvero il 97% delle nostre esportazioni verso gli Stati Uniti”.
Inoltre, ha sottolineato, nel solo 2024 gli Usa hanno già riscosso circa 7 miliardi di euro di dazi su prodotti europei, con il rischio che la cifra possa salire fino a 100 miliardi se le indagini americane si concludessero con nuove misure tariffarie.
“Non possiamo permetterci di restare inerti”, ha detto Šefčovič, spiegando che la Commissione “si sta preparando a tutte le opzioni”, inclusi strumenti di difesa commerciale, misure di riequilibrio e un eventuale contenzioso multilaterale.
Il commissario ha parlato anche della proposta europea per rilanciare il dialogo: “Abbiamo offerto la riduzione delle barriere commerciali, fino all’opzione di dazi zero su tutti i beni industriali, incluse auto e componenti. Ma serve una reale disponibilità americana”. Allo stesso tempo, ha precisato, “la Commissione è pronta a reagire rapidamente con tutti gli strumenti disponibili”.
Šefčovič ha poi evidenziato l’impegno dell’Ue nella diversificazione: “Il 13% del commercio mondiale riguarda gli Stati Uniti, ma c’è un 87% su cui possiamo investire. Per questo stiamo accelerando gli accordi con Mercosur, Messico, India, Sud-Est asiatico e Africa”.
Ha concluso con un appello all’unità: “È il momento di agire in modo inequivocabile nell’interesse dell’Ue. La nostra competitività e coesione dipendono dalla capacità di affrontare insieme queste sfide”.