Era il 2 agosto 1980 quando, alle ore 10:25, nella sala d’aspetto di seconda classe della Stazione di Bologna, esplose un ordigno che causò la morte di 85 persone e il ferimento o la mutilazione di altre 200.
Si tratta del più grave attentato avvenuto in Italia nel dopoguerra.
Dagli innumerevoli processi che sono seguiti risulta che gli esecutori materiali dell’attentato sono stati Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, tutti militanti di estrema destra appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar).
Nel 2020 la Procura generale di Bologna ha concluso che Paolo Bellini, ex appartenente al gruppo di estrema destra Avanguardia Nazionale, è stato uno degli autori della strage in concorso con i militanti Nar condannati e con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, individuati quali mandanti, finanziatori e organizzatori dell’attentato.
Licio Gelli e Umberto Ortolani sono stati i capi della potentissima Loggia massonica P2; Federico Umberto D’Amato è stato dirigente generale di pubblica sicurezza e direttore dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno; Mario Tedeschi, dopo l’8 settembre 1943, si arruolò nel battaglione Barbarigo della Xa Flottiglia MAS e combatté nell’Agro Pontino a fianco delle truppe naziste, contro le forze angloamericane.
Nel dopoguerra Tedeschi divenne direttore del settimanale di destra “Il Borghese”, fu deputato per il Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale, e membro della P2.
Indipendentemente dall’efferato episodio dell’attentato alla stazione di Bologna, Gelli, Ortolani, D’Amato e Tedeschi sono stati indicati come i dirigenti di una rete di gruppi eversivi di estrema destra, collegati con la criminalità organizzata, i servizi segreti deviati e frange militari golpiste.
Tale rete avrebbe ideato, diretto e finanziato una serie di attentati all’interno di una operazione politica nota come “strategia della tensione”, che ha funestato i cosiddetti “Anni di Piombo” ed ha pianificato i drammatici attentati che hanno colpito l’Italia: dalla strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969) fino alla strage di Bologna (2 agosto 1980).
La struttura dirigente e la capacità operativa di questa rete poggiava sulla Loggia massonica P2 e sull’organizzazione paramilitare Gladio.
Il grande numero di attentati, operazioni finanziarie illecite, assassini politici, complicità con i terroristi e la criminalità organizzata, sono stati “giustificati” come necessari per contrastare quella che veniva indicata come “la minaccia comunista”.
In occasione della commemorazione della strage di Bologna (2 agosto) è accaduto un fatto insolito, inaspettato e foriero di sviluppi che potrebbero essere dirompenti per l’accertamento della verità in merito alle strategie eversive che hanno provocato così tante vittime negli anni Settanta.
In una nota pubblicata sul sito della Presidenza del Consiglio si legge che «il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha siglato oggi una Direttiva che dispone la declassifica ed il versamento anticipato all’Archivio centrale dello Stato della documentazione concernente l’Organizzazione Gladio e la Loggia massonica P2».
«Si tratta – continua la nota – di una iniziativa che va ad ampliare quanto già stabilito con una precedente Direttiva del 2014, con riferimento alla documentazione relativa agli eventi stragisti di Piazza Fontana a Milano (1969), di Gioia Tauro (1970), di Peteano (1972), della Questura di Milano (1973), di Piazza della Loggia a Brescia (1974), dell’Italicus (1974), di Ustica (1980), della Stazione di Bologna (1980), del Rapido 904 (1984), conservata negli archivi degli Organismi di intelligence e delle Amministrazioni centrali dello Stato».
«Con questa nuova Direttiva – sottolinea la nota della Presidenza del Consiglio – il Presidente Draghi ha ritenuto doveroso dare ulteriore impulso alle attività di desecretazione. L’iniziativa adottata potrà rivelarsi utile ai fini della ricostruzione di vicende drammatiche che hanno caratterizzato la recente storia del nostro Paese».
Non sappiamo quali saranno gli sviluppi di questa iniziativa, certo è che non si era mai visto un Presidente del Consiglio che desecreta documenti così importanti e segreti. Siamo in presenza, dunque, di una grande novità.
Per comprendere meglio le implicazioni della P2 e di Gladio nella strategia della tensione, consigliamo ai lettori di leggere il saggio “Alcune chiavi di lettura sull’uso del terrorismo stragista negli anni Settanta e Ottanta”, scritto da Claudio Nunziata, già Sostituto procuratore della Repubblica a Bologna.
Il magistrato Claudio Nunziata, ora in pensione, ha svolto le prime indagini relative alle stragi del treno Italicus, della Stazione di Bologna e del Rapido 904.
Link al saggio di Claudio Nunziata (Sistema Archivistico Ministero della Cultura):
http://www.memoria.san.beniculturali.it/web/memoria/approfondimenti/scheda-ricerche?p_p_id=56_INSTANCE_Rb5v&articleId=246547&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=11601&viewMode=normal